News24/07/2008 07:35
Alla Virtus aspettando l´Nba ecco Jennings il fenomeno
Il talento californiano è considerato una promessa del basket
«Sono qui per diventare più forte e per vincere». Brandon Jennings, talento californiano, ultimo acquisto della Virtus Roma, ha le idee chiare: se ha rinunciato al college ed ha accettato di giocare almeno un anno in Italia (contratto fino al 2011, ma con clausola d´uscita per l´Nba), lo ha fatto dopo una riflessione profonda. Il suo arrivo però è un terremoto. Primo, perché Jennings è considerato il nuovo fenomeno della pallacanestro made in Usa: non era eleggibile all´ultimo draft (compirà 19 anni a settembre), ma gli esperti giurano che nel 2009 sarà una delle prime scelte. Secondo, perché è il primo americano a imboccare una via diversa da quella tradizionale (l´Ncaa prima dell´Nba). Con un po´ d´enfasi, il suo agente Sonny Vaccaro (l´artefice del contratto di Michael Jordan con la Nike) l´ha paragonato a Cristoforo Colombo, perché il suo viaggio può aprire una nuova era: giovani americani che al college preferiranno il tirocinio sui parquet europei.
Jennings, play/guardia, mancino, altezza ordinaria (185 centimetri), ha una storia da romanzo: il papà suicida quando lui aveva 8 anni, l´infanzia in case sempre diverse con la mamma Alice e il fratellino Terence (vivranno a Roma, e Terence giocherà nelle giovanili Virtus), il liceo fra il Dominguez di Compton, la sua città, e l´Oak Hill Academy in Virginia, quindi il gran rifiuto all´Università dell´Arizona. «In Europa - ha aggiunto Brandon - si gioca un basket più fisico, mi servirà. Mi piace segnare e fare spettacolo, ma la priorità resta sempre la vittoria. I miei idoli? Steve Nash, Allen Iverson e Kenny Anderson».
Pragmatico Dejan Bodiroga che avverte: «Non carichiamolo di troppe responsabilità». Jennings, che avrà il numero 11, ora tornerà negli States: rientrerà per il raduno. In valigia metterà due palloni da gara della Lottomatica: vuole allenarsi con quelli. Per imparare il basket europeo, ha deciso di mettersi subito a studiare.
FRANCESCO SAVERIO INTORCIA
Jennings, play/guardia, mancino, altezza ordinaria (185 centimetri), ha una storia da romanzo: il papà suicida quando lui aveva 8 anni, l´infanzia in case sempre diverse con la mamma Alice e il fratellino Terence (vivranno a Roma, e Terence giocherà nelle giovanili Virtus), il liceo fra il Dominguez di Compton, la sua città, e l´Oak Hill Academy in Virginia, quindi il gran rifiuto all´Università dell´Arizona. «In Europa - ha aggiunto Brandon - si gioca un basket più fisico, mi servirà. Mi piace segnare e fare spettacolo, ma la priorità resta sempre la vittoria. I miei idoli? Steve Nash, Allen Iverson e Kenny Anderson».
Pragmatico Dejan Bodiroga che avverte: «Non carichiamolo di troppe responsabilità». Jennings, che avrà il numero 11, ora tornerà negli States: rientrerà per il raduno. In valigia metterà due palloni da gara della Lottomatica: vuole allenarsi con quelli. Per imparare il basket europeo, ha deciso di mettersi subito a studiare.
FRANCESCO SAVERIO INTORCIA
Fonte:
La Repubblicashare