News08/06/2008 09:05

Gara-3, una sentenza o un processo?



SI CHIUDE STASERA una settimana molto intensa. C’è gara-3, che potrebbe segnare la serie. Perché una vittoria della Mps suonerebbe come una sentenza, un successo della Lottomatica riaprirebbe il processo. A proposito: di processi se ne sono stati fatti già troppi. E siamo a soli 80’ sui 280 (salvo supplementari) che potrebbero servire per assegnare lo scudetto. Adesso basta. Parliamo solo di basket giocato che è il motivo per cui più di 35.000 persone, solo nelle prime 4 giornate, pagheranno un biglietto per esserci, dal vivo. Aiutano, in questo senso, le parole di Toti. «Gli arbitri che dirigeranno gara-3 (Cicoria, Sahin, Tola) sono garanzia di qualità – ha detto il presidente della Virtus. Sono sempre molto sereno sulle designazioni arbitrali». Benissimo. Parole di distensione dopo quelle dure, di protesta e di sfida («Se devo fare politica per vincere lascio il basket») rilasciate a caldo al termine di gara-2. Meglio così almeno con la garanzia di qualità attestata da Toti, l’arbitraggio non potrà essere argomento di discussione dopo la partita di questa sera e, di conseguenza, neppure durante anche se i tifosi hanno il diritto di protestare come meglio credono per il motivo di cui sopra. Ovviamente, questo, per ciò che riguarda la sponda romana. Perché dall’altra parte non c’è bisogno di dirlo in quanto il tema non è mai stato trattato in modo ufficiale se non da Pianigiani che dopo gara-2 ha ammesso di aver discusso con gli arbitri durante la partita per alcune decisioni che non gli sono sembrate corrette. Opportunità concessa agli allenatori e che nessuno rifiuta, anzi. Ma dalla sirena finale l’argomento diventa tabù. Come dovrà succedere stasera, si spera. Potrebbe essere, però, troppo tardi. Perché tutta la pressione che è stata messa in questi giorni a Cicoria, Sahin e Tola dalla stampa nazionale chissà, magari porterà i tre in grigio a commettere qualche errore in più, anche se questo rientra comunque nella normalità delle cose. Come quando un giocatore va in lunetta per un libero pesantissimo a pochi secondi dalla fine. Nessuno lo rimprovererebbe per un eventuale errore perché di sicuro non sarebbe causato da scarse motivazioni o, tanto peggio, da un presunto tentativo di favorire gli avversari. Ecco, nel caso degli arbitri di avversari non ce ne sono proprio. Ci sono solo due squadre che si giocano la serie più importante e la pressione è già abbastanza per metterla anche addosso a chi si trova a prendere decisioni interpretative in un lampo. Per le altre, fortunatamente, c’è l’istant reply. La speranza, vana però, è che i tre direttori di gara non abbiano letto i giornali in questi ultimi tre giorni. Sarebbe stato l’unico modo per presentarsi questa sera al PalaLottomatica senza il pensiero di non sbagliare un fischio che potrebbe far arrabbiare ancora una volta Toti, Repesa e Bodiroga. Ah, no, già. Perché con quel discorso della qualità, stasera non potranno lamentarsi.
F.C.

share

news