Intervista06/05/2008 14:06
Valter Scavolini: "Tornare al vecchio palas? Mi sembra una bestemmia. L'Europa ci invidia l’Adriatic Arena"
Passata l’amarezza, comprensibilissima a botta calda – tanto più pensando alle mille piccole casualità### di una classifica avulsa diventata una trappola per la Vuelle – il saggio patriarca dello sport cittadino Valter Scavolini (peraltro neoscudettato col volley e dunque dal sorriso ritrovato) mette a confronto obiettivi e risultati nudi e crudi: «Volevamo una salvezza dignitosa e senza patemi, ricordate? Avevamo detto: “possibilmente non all’ultima giornata”. Beh, nell’ultima giornata abbiamo mancato i play off per un soffio. Direi che come primo anno di A possiamo accontentarci. E se allarghiamo l’orizzonte agli ultimi 3 anni, il bilancio resta eccezionale. Le recriminazioni le capisco, perché siamo stati tra le prime otto per tutta la stagione e ne siamo usciti all’ultima partita, e per farcela sarebbe bastata una vittoria in più, magari in virtù di un tiro segnato o sbagliato (da altri) all’ultimo secondo... Però sono discorsi che non servono. Possiamo anzi essere fieri di aver potuto guardare sempre il vertice della classifica e di non aver mai dovuto guardare il fondo. E adesso bisognerà fare anche meglio».
Il prossimo obiettivo sembra facile da individuare: quello fallito quest’anno!
«Dovrebbe essere così, ma del futuro dobbiamo ancora parlare».
Lei e Vellucci non vi siete sentiti?
«Giusto uno scambio di opinioni la sera del commiato con la squadra, ma dobbiamo metterci a tavolino per approntare un programma preciso».
Pluriennale? «Questo è da vedere. Del resto per risalire in fretta dalla B era necessario un impegno triennale: adesso il prossimo obiettivo non è così stringente. Si può anche fissare anno per anno: l’importante è fare ogni volta un passo avanti».
Il budget aumenterà?
«E’ presto per dirlo. Dipende anche dall’impegno degli imprenditori del consorzio».
Impegno in scadenza: che succederà?
«E’ importantissimo che i soci che finora hanno contribuito alla risalita rimangano tutti, e che se ne possano aggiungere degli altri. Va mantenuto lo schema trovato nel 2005, con il pieno coinvolgimento della città attraverso la sua imprenditoria».
Il pubblico le pare che abbia risposto al meglio? «Nel complesso sì, anche se in qualche occasione la cornice francamente non è stata adeguata; e l’impegno di chi investe dipende anche dal coinvolgimento popolare, che deve aumentare».
...Mentre invece c’è chi propone un ritorno del basket al vecchio palas.
«E’ così assurdo da sembrare una bestemmia! A vedere la Vuelle non dovranno mai esserci meno di 5-6 mila persone, mentre l’hangar, anche nella migliore delle ipotesi di ristrutturazione, non potrà superare i 3.500, massimo 4.000 posti. Sarà perfetto per la pallavolo! Ma l’Adriatic Arena ce l’invidia tutta Europa. Non scherziamo!».
Deciso l’impegno finanziario per il palazzetto? «Non ancora, perché attendiamo di conoscere l’entità esatta, e poi si vedrà se possiamo concorrere in toto o parzialmente».
I playoff li seguirà?
«Sì... ma un po’ distaccato; così come ho seguito l’Eurolega: sono felice per Ettore Messina; e Siena ha fatto comunque una bellissima figura».
Un po’ di “patriottismo” anche in biancorosso: vorrebbe più italiani nella Scavo-Spar?
«Sì, non è un mistero. Ci stiamo già muovendo in questa direzione. E se c’è anche qualche pesarese, meglio ancora!».
GIANCARLO IACCHINI
Il prossimo obiettivo sembra facile da individuare: quello fallito quest’anno!
«Dovrebbe essere così, ma del futuro dobbiamo ancora parlare».
Lei e Vellucci non vi siete sentiti?
«Giusto uno scambio di opinioni la sera del commiato con la squadra, ma dobbiamo metterci a tavolino per approntare un programma preciso».
Pluriennale? «Questo è da vedere. Del resto per risalire in fretta dalla B era necessario un impegno triennale: adesso il prossimo obiettivo non è così stringente. Si può anche fissare anno per anno: l’importante è fare ogni volta un passo avanti».
Il budget aumenterà?
«E’ presto per dirlo. Dipende anche dall’impegno degli imprenditori del consorzio».
Impegno in scadenza: che succederà?
«E’ importantissimo che i soci che finora hanno contribuito alla risalita rimangano tutti, e che se ne possano aggiungere degli altri. Va mantenuto lo schema trovato nel 2005, con il pieno coinvolgimento della città attraverso la sua imprenditoria».
Il pubblico le pare che abbia risposto al meglio? «Nel complesso sì, anche se in qualche occasione la cornice francamente non è stata adeguata; e l’impegno di chi investe dipende anche dal coinvolgimento popolare, che deve aumentare».
...Mentre invece c’è chi propone un ritorno del basket al vecchio palas.
«E’ così assurdo da sembrare una bestemmia! A vedere la Vuelle non dovranno mai esserci meno di 5-6 mila persone, mentre l’hangar, anche nella migliore delle ipotesi di ristrutturazione, non potrà superare i 3.500, massimo 4.000 posti. Sarà perfetto per la pallavolo! Ma l’Adriatic Arena ce l’invidia tutta Europa. Non scherziamo!».
Deciso l’impegno finanziario per il palazzetto? «Non ancora, perché attendiamo di conoscere l’entità esatta, e poi si vedrà se possiamo concorrere in toto o parzialmente».
I playoff li seguirà?
«Sì... ma un po’ distaccato; così come ho seguito l’Eurolega: sono felice per Ettore Messina; e Siena ha fatto comunque una bellissima figura».
Un po’ di “patriottismo” anche in biancorosso: vorrebbe più italiani nella Scavo-Spar?
«Sì, non è un mistero. Ci stiamo già muovendo in questa direzione. E se c’è anche qualche pesarese, meglio ancora!».
GIANCARLO IACCHINI
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