Ultimissime19/08/2007 09:24

Orlandina, inizia l'era della 'mosca atomica'

Pozzecco: «Sarà Sacchetti a tenermi a freno. Se mi convocano alle Olimpiadi, charter pagato per tutti»


Tutto si può dire di Gianmarco Pozzecco tranne che gli faccia difetto la sincerità. Ce ne fosse stato di bi sogno, il buon Poz ha confermato il carattere da Gian Burrasca### proprio nel giorno della sua incoronazione davanti al popolo biancazzurro che, a dispetto del feroce solleone agostano, s'è dato appuntamento in un noto lido di Capo d'Orlando per abbracciare il suo nuovo idolo. Un vero bagno di folla.
A domanda del cronista se fosse pronto ad assumere solennemente l'impegno, davanti al suo pubblico e al suo allenatore, di diventare con l'Orlandina un giocatore modello anche sotto il profilo comportamentale, il quasi 35enne playmaker triestino non se l'è sentita di sottoscrivere una cambiale che sa di non poter onorare.
Il Poz si conosce molto be ne. E motiva così il suo diniego: «Avevo promesso qualcosa del genere in passato, ai tempi della Fortitudo Bologna, e sapete tutti com'è andata. Ma non sono tutte vere quelle cose che hanno messo in giro sul mio conto. Io ho sicuramente un carattere particolare ma questo c'entra fino ad un certo punto con il mio rapporto conflittuale con coach Jasmin Repesa».
Per i non addetti ai lavori: nello spogliatoio felsineo, prima di una partita, ci fu uno scontro non solo verbale fra il tecnico croato e il giocatore, con successivo allontanamento dalla squadra biancoblù del Poz che, però, a tre anni di distanza non considera chiuso l'incidente.
«Con Repesa il conto è ancora aperto», sibila il Poz. Per la serie, quando i due si incroceranno in campionato in occasio ne della gara con la blasonata Lottomatica Roma, ne vedremo delle belle...
Ma tornando ai fatti di casa nostra, quando il Poz fatalmente andrà un po' fuori dalle righe, chi dovrà ricondurlo alla ragione? E qui viene fuori la complessa personalità di Gianmarco, che da un lato potrebbe creare problemi, ma dall'altro invoca aiuto se non proprio per essere ricondotto nell'alveo della normalità, quantomeno per addivenire a un modus vivendi, un compromesso che gli riconosca ogni tanto qualche licenza di vita gaudente senza ricadute negative per lo spirito di gruppo e il rendimento della squadra.
Il destinatario del messaggio, alquanto insolito tenuto conto dell'occasione celebrativa? L'ex Fortitudo non ha dubbi: «Sarà il coach Sacchetti a tenermi a freno, e sono sicuro che raggiungeremo una buona intesa. E poi con quel fisico che si ritrova Meo non mi conviene tirare troppo la corda».
La risposta del tecnico paladino è im mediata e perentoria, come se volesse far capire al suo giocatore che su determinate regole comportamentali sarà inflessi bile: «Tutti i giocatori dovranno avere una condizione atletica ottimale e condurre una vita da atleti. Il rapporto con il Poz sarà improntato alla massima schiettezza, senza riserve mentali. Se nel corso della stagione ci saranno dei problemi ne parleremo con franchezza per trovare insieme la soluzione».
La conferenza stampa con Pozzecco non poteva non af frontare l'argomento Pechino 2008, inventato dal presidente Enzo Sindoni per dare sempre più stimoli al play tascabile. Ma la "mosca atomica" non si fa illusioni: «Fino a qualche settimana fa non avevo proprio pensato a un rientro nel giro della Nazionale, poi Sindoni mi ha messo la pulce nell'orecchio. Sarà difficilissimo, ma se il miracolo dovesse compiersi con una mia convocazione per le Olimpiadi, volo charter pagato per tutti».
Facciamoci due conti: per tornare in azzurro il Poz dovrà disputare un campionato strabiliante, di cui trarrebbe beneficio l'Orlandina. Se così fosse, caro Meo, si potrebbe eccezionalmente derogare al detto latino «solo una volta l'anno è consentito fare follie».
Giusto, incorreggibile Poz?

Walter Mangano

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