News14/10/2005 14:25

La Carpisa scompare di fronte a Milano


Scompare la CARPISA di fronte all'Armani Jeans Milano. Perde, e forse la sconfitta era anche prevedibile. Però perde malissimo, mettendo in luce tutti i suoi difetti: mostra immensi limiti difensivi, registra percentuali disastrose al tiro. Dalla serataccia riesce a salvarsi solo il francese Morandais (miglior marcatore della serata) che segna e cerca di caricarsi sulle spalle tutta la squadra. Ma non serve. La Napoli del basket che sognava di esaltarsi con Greer ed esultare per Sesay, si ritrova invece a riflettere su una squadra che ha sofferto troppo per essere vera. È presto per aprire processi ed è giusto aspettare, ma i correttivi servono. Fin da adesso. La grande Olimpia sembra una squadra normale alla palla a due, ma solo in quel momento. Regala una manciata di minuti di gloria a Napoli, tanto per dare un pizzico d’illusione al Palabarbuto stracolmo. Morandais segna dalla lunghissima distanza, Cavaliero spreca due falli su Greer: tutta qui l’Armani? No, decisamente. La corazzata Milano manifesta la sua potenza da fuoco dopo 3 minuti e 59 secondi: Dante Calabria firma la «tripla» del pareggio 9-9. È il segnale della svolta, si scatena Milano mentre la CARPISA scompare. Morandais cerca di tenere a galla la barca ma le sue bombe fanno il solletico agli ospiti. Manca tutto alla Carpisa: gioco difensivo inesistente, soluzioni offensive prevedibili o esagerate. La galleria degli orrori cestistici si manifesta alla fine del secondo quarto, squadre negli spogliatoi e numeri da brivido: in quel momento a Greer era ruscito un solo canestro su 5 tentativi, a Stefansson uno su tre, mentre dalla lunetta erano stati sbagliati 14 tiri su 26 concessi. Milano si consolava con il 3 su 4 di Shumpert, il 4 su cinque di Galanda, il 3 su cinque di Calabria. Ecco, servono i numeri per leggere il basket, ma anche i racconti. E il racconto del match parla di squadre che quando hanno giocato faccia a faccia non sono mai state allo stesso livello: mismatch continuo e in tutte le zone del campo. Greer in difficoltà di fronte a Coldebella, Cittadini perdente nel confronto con Blair, Sesay inesistente di fronte a Galanda. Ma l’oscar dell'horror cestistico se l'è meritato l'islandese Stefansson, capace di non impensierire in attacco e di non riuscire a difendere, roba da record. La partita se ne va con Milano che gioca in scioltezza: entra Vuckevic e segna, va in campo Schultze e la mette dentro, toglie la tuta Gigena e va a bruciare la retina. Mentre Napoli affanna: sotto di otto, poi di dieci, poi di 14 a due minuti e trenta dalla fine del terzo quarto. È in quel momento che la CARPISA piazza un parziale di sette a zero: frutto della rabbia e della disperazione. Assalto subito rintuzzato, per la disperazione di Bucchi che prova con una mossa disperata: Greer e Spinelli in campo contemporaneamente, due play per cercare di dare velocità. Ma alla velocità, Milano risponde con la precisione. Galanda firma il tiro da tre che rimanda indietro, ancora a meno 14 la CARPISA (62-76 a 6,15 dal termine). Il resto del match è da dimenticare. Finisce con Milano che vince e la CARPISA che riflette sui suoi errori: troppi e troppo evidenti. Bisogna aggiustare qualcosa, altrimenti sono guai...
PAOLO BARBUTO

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