Climamio irresistibile, Pesaro s´arrende subito

TRA una squadra che ha il fisico e una no, si sa chi alla fine mangia i maccheroni. E anzi si poteva già, a mezzogiorno e dieci, annodarsi il tovagliolo e urlare ?mamma, butta la pasta´, non fosse che, ai suoi copyright, il nostro amico Dan Peterson sta molto attento. Era andata così: che la Scavolini stava ancora nella sala colazioni dell´hotel a trincare l´ultima spremuta che Repesa, a bordo campo, aveva già dato ai suoi il solito comando. Scatenate l´inferno. Già scritto, d´accordo, ma anche «Il gladiatore» lo passano in tv ogni due mesi. Pressing accecante, due triple (Douglas, Vujanic), due contropiedi in autostrada (Douglas, Vujanic) e su quel 10-0 incendiato in 82 secondi la partita era in pratica già cotta.
Pesaro non ha oggi la squadra per reggere fisicità, freschezza e impeto della Fortitudo, e ci si può domandare chi giocherà alla pari dell´Aquila su questo piano attico dei muscoli e della voglia di usarli. Mercoledì ci sarà l´Efes in coppa e ci sarà una prima risposta al quesito fondamentale: se cioè faranno la partita i turchi, al loro passo, o la Fortitudo, al suo. E´ il quiz dell´intera stagione biancoblù, volendo. Che intanto riceverà il primo aiutino: le treccine di Amal McCaskill sono sbucate ieri dal tunnel, di rinforzo al settore pivot che liquiderà Ramelli e forse pure Lorbek, prestato a farsi sangue.
Tra una Climamio impetuosa e rapace fino alla spietatezza (25 recuperi) e una Scavolini, invece, flaccida e confusa, la differenza non poteva che dilatarsi ad abisso. Tra Scarone e Rannikko è difficile scegliere il peggiore, Forrest ha giocato 6´ in tutto, credo senza toccar boccia, a Milic è mancato anche il fisico. Di Smith si sono notate due scarpe nere da matinèe, di lucida copale (cfr. Guccini, un remoto bello da balera), e per il resto quello che, nell´altro teatro cittadino, si vide per un anno: tanti tiri (15, 8 da tre), pochi cesti (5, uno da tre), zero liberi (no, due: al 37´). Chi vuole innamorarsi, s´accomodi. Personalmente no. La paga dal signor Amadio l´hanno meritata in due, Mottola e Frosini, remando nel maremoto.
Mezzodì. L´ora della lasagna non smonta il popolo Fortitudo: siamo 5.082, senza Seragnoli che ha scelto vestaglia e telecomando, quando, in ritardo, arriva pure il pullman dei tifosi biancorossi, che canteranno, per lo più, contro i loro. Dunque, l´inizio in pressing della Climamio è soffocante, Scarone ci si perde come un bimbo, il 10-0 pare già una sentenza, quando l´Aquila ha il suo unico passaggio a vuoto (4´ senza gol), ma Pesaro risale solo a 10-7. Lì dilaga Douglas, che non avrà pedigrèe Nba, ma forse proprio stuzzicato dalla nobiltà di Smith ce la mette tutta per stracciarlo. Tutto ciò che il Ragno sbaglia, Rubinho infila: alla fine sono 6 triple, più rimbalzi, difesa, lucidità. Se ne fa 26 in 27´, il migliore a marcarlo è Repesa, panchinandolo.
Nel secondo quarto Melillo si mette a zona, sperando più che altro che di fronte sbaglino, ma al riposo (loggione: ?tirate fuori le palle´) siamo già agli addii. L´Aquila ha concesso alla Scavolini, non un attacco di brocchi, 28 punti, semplicemente asfissiandolo: 16 i recuperi biancoblù. Nella ripresa la Scavolini lucida almeno i mirini (14 punti in 5´), ma su un effimero -12 le pianta due cesti nel cuore il solito Douglas, da due e da tre. Di lì, la china è rovinosa. O esaltante, vista da chi fa rotolare la valanga.
CLIMAMIO-SCAVOLINI 90-66
Climamio: Vujanic 12, Basile 3, Douglas 26, Rancik 8, Lorbek 6, Pozzecco, Belinelli 10, Mancinelli 10, Piazza, Cortese, Smodis 13, Bagaric 2.
Scavolini: Scarone 2, Smith 13, Milic 4, Mottola 20, Forrest, Rannikko 4, Gigena 4, Malaventura 2, Frosini 13, Ress 4. N.e. Tomassini.
Arbitri: Grossi, Reatto, Duranti.
Note: liberi: Bo 5/8, Ps 18/21. Da due: Bo 23/45, Ps 18/35. Da tre: Bo 13/26, 4/20. Rimbalzi: Bo 38, Ps 31.
Parziali: 5´ 10-7, 10´ 21-13, 15´ 36-17, 20´ 45-28, 25´ 55-42, 30´ 70-45, 35´ 79-58, 40´ 90-66. Massimo vantaggio F: +28 (88-60) al 38´. Mai in svantaggio.
WALTER FUOCHI