News09/06/2004 07:51
Poz e Maurizia: "Siamo due deficienti"
Se si possa decidere "all´unanimità" che un matrimonio non s´ha da fare, diventando all´unisono, da sposi promessi, due che non si sposano più, è dura crederlo. Ma Gianmarco Pozzecco ha spiegato che tra lui e Maurizia Cacciatori, l´ex coppia più bella dello sport italiano, è andata così. Telefonate sempre più indocili, lei in Spagna, a giocare a volley, lui a Bologna, a giocare a basket, finché, guardandosi negli occhi, una sera a Forlì, i due non hanno realizzato che non era il caso. Il matrimonio era già fissato, a Portovenere, il 26 giugno. Non si farà più.
«Siamo due deficienti, sono io il primo a dirlo - ha detto ieri il playmaker della Skipper, in conferenza stampa -, perché a venti giorni dalla nozze non può andare così. M´hanno detto in tanti: meglio adesso. Certo, si poteva anche arrivare a rispondere no al prete che diceva: vuoi tu, Gianmarco, eccetera eccetera. Io però dico: meglio non fosse accaduto. Ma tra noi c´è un´incompatibilità. Non una gelosia, perché lei era, come sportiva, più famosa. E nemmeno una trovata pubblicitaria, come ha detto qualcuno, perché un matrimonio non è una cosa su cui scherzare. C´eravamo già lasciati e ripresi mille volte, io a Maurizia vorrò sempre bene ed è finita in tutta serenità. Sarà l´ultima? Mai dire mai».
«Storia finita, adesso penso alle Olimpiadi», ha fatto eco lei, già al lavoro con la Nazionale verso i Giochi di Atene (dove lui, fra parentesi, spera ancora di aggregarsi). Maurizia dice di «aver vissuto momenti migliori», ma aggiunge: «sono molto concentrata sulla pallavolo». «Poi, non siamo macchine e non è facile. Fine irreversibile? Credo proprio di sì, la cosa più importante era comunque il rispetto per entrambi. Paura del grande passo? Direi proprio di no. Né io né Gianmarco avevamo paura, è stato piuttosto un atto di coraggio. E´ vero, eravamo una coppia un po´ folle, alla fine la decisione l´abbiamo presa insieme e la scelta è quella giusta».
WALTER FUOCHI
«Siamo due deficienti, sono io il primo a dirlo - ha detto ieri il playmaker della Skipper, in conferenza stampa -, perché a venti giorni dalla nozze non può andare così. M´hanno detto in tanti: meglio adesso. Certo, si poteva anche arrivare a rispondere no al prete che diceva: vuoi tu, Gianmarco, eccetera eccetera. Io però dico: meglio non fosse accaduto. Ma tra noi c´è un´incompatibilità. Non una gelosia, perché lei era, come sportiva, più famosa. E nemmeno una trovata pubblicitaria, come ha detto qualcuno, perché un matrimonio non è una cosa su cui scherzare. C´eravamo già lasciati e ripresi mille volte, io a Maurizia vorrò sempre bene ed è finita in tutta serenità. Sarà l´ultima? Mai dire mai».
«Storia finita, adesso penso alle Olimpiadi», ha fatto eco lei, già al lavoro con la Nazionale verso i Giochi di Atene (dove lui, fra parentesi, spera ancora di aggregarsi). Maurizia dice di «aver vissuto momenti migliori», ma aggiunge: «sono molto concentrata sulla pallavolo». «Poi, non siamo macchine e non è facile. Fine irreversibile? Credo proprio di sì, la cosa più importante era comunque il rispetto per entrambi. Paura del grande passo? Direi proprio di no. Né io né Gianmarco avevamo paura, è stato piuttosto un atto di coraggio. E´ vero, eravamo una coppia un po´ folle, alla fine la decisione l´abbiamo presa insieme e la scelta è quella giusta».
WALTER FUOCHI
Fonte:
La Repubblicashare