News03/06/2004 06:40

Squadra corta e stremata ora la riscossa e´ durissima

Eppure stavolta gli avversari erano battibili


TENUTA ancora sott´acqua, ossia sotto la fatale quota settanta punti, dove non respira mai, la Skipper è 0-2 nella partita scudetto: asfittica, delusa, pressoché spacciata. Probabilmente non ha squadra, per reggere questo confronto, e gli accidenti della sorte non sono stati, al proposito, teneri.
Eppure ieri sera ha illuso di potercela fare, pompando energia nuova nel motore, ossia faccia tosta e gambe forti di Belinelli (già visto, nei play-off) e molto più di Mancinelli (invece piuttosto inedito). I ragazzi l´hanno spinta fin dove potevano (tanti altri, invece, no) e così ha creduto che il terzo quarto che portò fortuna a Siena in Gara 1, facendole segnare solo 8 punti, stavolta sorridesse alle sue brame: 10 ne ha fatti Siena, 2 cesti e 6 liberi, ritrovandosi sotto di 5, al 30´, dopo una partita interamente dominata. C´era tutto per sfilarla, è mancata però una squadra che avesse ancora un pugno. Siena s´è rialzata, non brillantemente, ma chiudendo i corridoi in difesa e lanciando, in attacco, le solite spallate: allora, ha visto vincere gli assalti di Thornton e ancor più i velenosi rimbalzi offensivi di Andersen, contro un quintetto che ormai aveva mastice sotto le suole. Siena è volata via leggera, al guinzaglio di Stefanov, un play che se può gestire una situazione di vantaggio diventa il Ragioniere Generale dello Stato, altroché Paschi. La Skipper è schiattata lì: oltre 7´ senza gol, in avvio di quarto quarto, sono stati tragici.
Aveva trovato qualcosa di nuovo Repesa per tornare in sella, dopo aver pagato di nuove le defezioni di Gutyon e Pozzecco. In quel bel terzo quarto, usando Mancinelli da 3 anziché da 4, era riuscito a varare un suo quintettone, abile a far le guerre muscolari coi più tosti senesi (ed anche a concedersi una rotazione per due maglie fra Basile, Delfino e Vujanic, vistosamente provati). Con l´arma bianca, i rimbalzi, una svolta dettata proprio dall´energia di Mancio, ha riaperto una partita che pareva sopita e che poi Basile, con due triple della disperazione, ha infiammato, illudendo i cinquemila. Niente da fare, la benzina è finita di nuovo, poi magari in troppi hanno cantato fuori dal coro, da tutti i lunghi agli stessi Vujanic e Basile, a lungo isolati dal gioco (brava la difesa verde). Se quel quintetto almeno competitivo in energia sia una base per ripartire è difficile dire, anche perché Siena, detta com´è, ha spadroneggiato sul match per almeno 35´ su 40´.
E se lo sarebbe mangiato con meno sventatezze offensive e una media appena decente da tre: mai visto vincere una finale scudetto (ma anche un Giardini Margherita) con 2/18 da tre. E allora, se nemmeno la Montepaschi ha fatto una partita stellare e, per me, almeno cinque suoi uomini non arrivano al sei, ci sarebbe qualcosa da dire o fare. Però Siena ha fatto massa dietro, la difesa della trincea l´hanno saputa interpretare tutti, e forse può bastare già questo, davanti a una Gara 3 che per l´Aquila è un volo oltre ogni immaginazione.
WALTER FUOCHI

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