News07/02/2004 14:16

Pesaro: l’importanza di stare a “quota 90”

Segnando così tanto i biancorossi hanno vinto le ultime cinque partite


“Quota 90”: un’espressione da rivalutare. Finora infatti evocava il “memorabile” discorso tenuto a Pesaro dal Duce, in cui quest’ultimo mostrò i muscoli all’Europa decidendo a suo piacimento, di punto in bianco (sic), la nuova quotazione della lira rispetto alla sterlina. Ma forse, una volta trascorso il debito lasso di tempo, i futuri manuali di storia spiegheranno “quota 90” facendo riferimento ad un’altra e ben diversa faccenda pesarese, ovvero all’abitudine della Scavolini, nell’annata di grazia 2003-2004, di vincere le partite segnando almeno 90 punti. E’ successo tutte e cinque le volte nell’ultima e ancora aperta striscia vincente, e in dieci delle ultime tredici giornate. Una vera e propria legge fisica, questa di “quota 90”, che accompagna le fortune della Scavolini nell’attuale campionato. Magari resterà pur vero che “la paura fa 90”, ma per gli avversari! Per i biancorossi, invece, è la forza a fare 90, lo spettacolo dell’attacco più forte della serie A. E’ il numero più alto della tombola, il 90, degno di una Vuelle cui anche la dea bendata spesso e volentieri strizza l’occhio, proprio come nella gara d’andata con la Viola, ma solo perché “la fortuna aiuta gli audaci”.
Adesso però fanno bene i biancorossi a continuare a “remare” a testa bassa, con Phil Melillo legato all’albero della nave come Ulisse per non sentire le sirene dei tanti elogi (tutti meritati) che la squadra ha ricevuto nella settimana del primato solitario. Una settimana che non si vorrebbe far finire mai, ed invece fin da questo pomeriggio tutto è rimesso in gioco. Più che le sirene melliflue, gli uomini della Scavolini faranno bene allora a sentire il fiato sul collo della pericolosa muta di “cani” che li inseguono: Treviso, Bologna, Siena e mettiamoci pure Varese. Oggi a Reggio Pesaro non si ritroverà davanti solo il colore Viola, ma i “colori uniti” della Benetton, quelli bluastri dell’Aquila e quelli verdi del Palio. Vorrebbero mettere il Bianco e il Rosso con le spalle al muro, schiacciarli nella punta dello Stivale, ma l’armata biancorossa ha tutti i mezzi per sfuggire all’accerchiamento e sbaragliare la coalizione nemica. Basta giocare con la concentrazione di una settimana fa e con le stesse motivazioni: dopo averlo conquistato, il primo posto, sarebbe sciocco non difenderlo con le unghie e con i denti.
GIANCARLO IACCHINI

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