News22/09/2003 18:01
L’ascesa e il tramonto del patron di Cto e Virtus
Marco Madrigali non ricorderà certo il 2003 come il suo anno d'oro. In pochi mesi ha visto finire alle corde la sua azienda, la Cto, per la perdita della licenza di vendita dei videogiochi della americana Electronic Arts. Poi gli è scoppiata tra le mani la bomba della Virtus Bologna. Un'istituzione del basket italiano che sotto la sua presidenza ha prima fatto incetta di trofei per finire però cancellata dalla Serie A per problemi finanziari.
Due colpi bassi che rischiano di far evaporare nel nulla dopo pochissimi anni un'avventura imprenditorialsportiva in apparenza inarrestabile. Madrigali ha iniziato a muovere i suoi primi passi manageriali nel mondo dei computer nell'azienda di uno degli assessori dell'attuale giunta Guazzaloca a Bologna. Poi si è messo in proprio lanciando la Cto, cresciuta un passo alla volta in parallelo al boom del mondo dei videogiochi fino allo sbarco al Nuovo mercato. Qualche segnale negativo sul fronte astrale, a dire il vero, Madrigali avrebbe dovuto percepirlo già allora: era l'agosto 2000, la bolla della new economy stava iniziando a scoppiare. Tanto che Cto è stata costretta a presentarsi a Piazza Affari con un fortissimo sconto, chiedendo agli azionisti 23 euro per azione contro i 33 inizialmente previsti come livello minimo della forchetta per il collocamento.
Il segnale d'allarme non ha però turbato Madrigali. Che grazie al superstipendio incassato dalla società (800mila euro nel 2002, come il numero uno di un colosso come Philips) ha potuto mantenere nel corso degli anni un tenore di vita all'altezza dei sogni dell'era di internet. Barca da 34 metri, dicono i bene informati, villa appena fuori Bologna con campo da tennis, piscina, ma soprattutto un cavallo di cristallo e un'arpa di gran valore nell'atrio di casa. Trasferte accompagnate spesso da guardaspalle. E il sogno realizzato di sbarcare nel cuore del capoluogo felsineo dalla porta d'ingresso. Al timone della Virtus, con buona pace di quei "milordini" del centro città che hanno sempre mal digerito il rampantismo un po' sopra le righe dell'imprenditore di Zola Predosa. Compresa quell'indimenticabile serata di battesimo della gestione Madrigali nel basket cittadino. Con il megaconcerto di Lucio Dalla, culminato (potere del denaro, ndr) in un improbabile duetto con la moglie di Madrigali. «Lucio, la mia signora ha sempre sognato di cantare con te» avrebbe insistito il numero uno di Cto.
Il tramonto di Madrigali è stato però altrettanto rapido e tumultuoso della sua ascesa agli onori delle cronache. Sul fronte del business, in qualche modo, si è fatto male da solo. Nel 2002 ha iniziato a far pressione sulla Electronic Arts (la società che gli garantiva oltre il 70% del suo giro d'affari) per evitare di essere costretto a vendere i suoi videogiochi a prezzi prefissati. Prima uno screzio, poi una questione di avvocati. Fatto sta che gli americani a un certo punto hanno deciso che la corda era stata tirata troppo. E hanno fatto saltare gli accordi con Cto, accasandosi oltretutto con il suo maggior rivale in Italia. La breve battaglia legale ingaggiata da Madrigali non ha dato per ora risultati e Cto, con i titoli che galleggiano appena sopra l'euro di valore, sta provando a inventarsi un nuovo business entrando nel settore delle carte prepagate.
Peggio ancora è andata sul fronte della Virtus, con le serate gloriose tra coppe e scudetti sostituite dalle sedute nelle aule dei tribunali. Con Marco Madrigali nel mirino dei tifosi che lo accusano di aver cancellato in pochi mesi decenni di storia sportiva e di aver passato la sua estate in barca a pescare mentre la Virtus affondava. E ora? Sul fronte del basket la partita è persa. Su quello imprenditoriale la strada è a dir poco in salita.
E forse quest'anno Madrigali sarà addirittura costretto ad autoridursi lo stipendio.
ETTORE LIVINI
Due colpi bassi che rischiano di far evaporare nel nulla dopo pochissimi anni un'avventura imprenditorialsportiva in apparenza inarrestabile. Madrigali ha iniziato a muovere i suoi primi passi manageriali nel mondo dei computer nell'azienda di uno degli assessori dell'attuale giunta Guazzaloca a Bologna. Poi si è messo in proprio lanciando la Cto, cresciuta un passo alla volta in parallelo al boom del mondo dei videogiochi fino allo sbarco al Nuovo mercato. Qualche segnale negativo sul fronte astrale, a dire il vero, Madrigali avrebbe dovuto percepirlo già allora: era l'agosto 2000, la bolla della new economy stava iniziando a scoppiare. Tanto che Cto è stata costretta a presentarsi a Piazza Affari con un fortissimo sconto, chiedendo agli azionisti 23 euro per azione contro i 33 inizialmente previsti come livello minimo della forchetta per il collocamento.
Il segnale d'allarme non ha però turbato Madrigali. Che grazie al superstipendio incassato dalla società (800mila euro nel 2002, come il numero uno di un colosso come Philips) ha potuto mantenere nel corso degli anni un tenore di vita all'altezza dei sogni dell'era di internet. Barca da 34 metri, dicono i bene informati, villa appena fuori Bologna con campo da tennis, piscina, ma soprattutto un cavallo di cristallo e un'arpa di gran valore nell'atrio di casa. Trasferte accompagnate spesso da guardaspalle. E il sogno realizzato di sbarcare nel cuore del capoluogo felsineo dalla porta d'ingresso. Al timone della Virtus, con buona pace di quei "milordini" del centro città che hanno sempre mal digerito il rampantismo un po' sopra le righe dell'imprenditore di Zola Predosa. Compresa quell'indimenticabile serata di battesimo della gestione Madrigali nel basket cittadino. Con il megaconcerto di Lucio Dalla, culminato (potere del denaro, ndr) in un improbabile duetto con la moglie di Madrigali. «Lucio, la mia signora ha sempre sognato di cantare con te» avrebbe insistito il numero uno di Cto.
Il tramonto di Madrigali è stato però altrettanto rapido e tumultuoso della sua ascesa agli onori delle cronache. Sul fronte del business, in qualche modo, si è fatto male da solo. Nel 2002 ha iniziato a far pressione sulla Electronic Arts (la società che gli garantiva oltre il 70% del suo giro d'affari) per evitare di essere costretto a vendere i suoi videogiochi a prezzi prefissati. Prima uno screzio, poi una questione di avvocati. Fatto sta che gli americani a un certo punto hanno deciso che la corda era stata tirata troppo. E hanno fatto saltare gli accordi con Cto, accasandosi oltretutto con il suo maggior rivale in Italia. La breve battaglia legale ingaggiata da Madrigali non ha dato per ora risultati e Cto, con i titoli che galleggiano appena sopra l'euro di valore, sta provando a inventarsi un nuovo business entrando nel settore delle carte prepagate.
Peggio ancora è andata sul fronte della Virtus, con le serate gloriose tra coppe e scudetti sostituite dalle sedute nelle aule dei tribunali. Con Marco Madrigali nel mirino dei tifosi che lo accusano di aver cancellato in pochi mesi decenni di storia sportiva e di aver passato la sua estate in barca a pescare mentre la Virtus affondava. E ora? Sul fronte del basket la partita è persa. Su quello imprenditoriale la strada è a dir poco in salita.
E forse quest'anno Madrigali sarà addirittura costretto ad autoridursi lo stipendio.
ETTORE LIVINI
Fonte:
La Repubblicashare