News18/04/2008 10:12
Finelli, giusto orgoglio: «Bravi? No, perfetti»
«Difesa super e grande lucidità in attacco»
SOLTANTO giocando una partita super la Premiata avrebbe potuto espugnare il PalaLottomatica e soltanto se i giocatori fossero stati in grado di supplire un’assenza importante quale quella di Thomas. E’ quello che è successo e il coach Alex Finelli non può che essere più che soddisfatto: «Sapevamo che per venire a prendere due punti qui — afferma — bisognava disputare una grande gara in difesa perché in casa Roma ha perso solo due volte, con Rieti e Siena, e in entrambi i casi ha subito 76 punti. Quindi tenere Roma a 59 è un motivo di grandissimo orgoglio perché abbiamo giocato una partita di grande spessore, mentale, tecnico e fisico».
Quindi la difesa è stata la chiave del successo gialloblu?
«Sì, ma accanto a questo atteggiamento mentale, a questo approccio difensivo che ci ha permesso di subire meno di 60 punti, mi è piaciuta molto la lucidità con cui la mia squadra ha giocato in attacco».
In effetti la difesa della Lottomatica è apparsa molto tosta, quale è stato il fattore per aggirarla?
«Sapevamo di giocare contro una delle migliori difesa della Lega, una squadra fisica che mette pressione sulla palla. Abbiamo avuto qualche difficoltà all’inizio ma ci siamo adattati molto bene attaccando con grande lucidità, razionalità, sfruttando varie armi: la palla dentro, l’uscita dai blocchi, il pick and roll. E lo dimostrano le buone percentuali di tiro, molti più tiri da due che da tre e la distribuzione buona tra i giocatori dei punti e delle responsabilità. Quindi è venuta fuori una partita di grande solidità mentale sia in attacco che in difesa e questo era il presupposto per vincere una partita di questo tipo ed il miglior presupposto per prepararci a giocare i play off».
Nonostante l’assenza del miglior marcatore gialloblù che è Thomas…
«E’ vero, ma come dico sempre questa squadra ha la possibilità di trovare al proprio interno delle risorse».
Quali sono state stavolta?
«Una per esempio è stato Cinciarini, che ha tenuto il campo bene in attacco e in difesa, giocando da primo cambio degli esterni e questo è motivo di orgoglio per me, per la società e per tutto lo staff. Oggi tra i sette giocatori utilizzati c’erano tre italiani del 1986».
Poi il coach evidenzia la prova di altri due giocatori: Vitali e Garris: «Una parola in più la spendo per Garris, il leader silenzioso, e per Vitali che è stato in campo 39 minuti. E’ stato bravo a tutto tondo, ha giocato con personalità in più ruoli, ha preso in mano la squadra insieme a Garris lungo l’arco di 40’ contro avversari di alto livello».
Silvio Sebastiani
Quindi la difesa è stata la chiave del successo gialloblu?
«Sì, ma accanto a questo atteggiamento mentale, a questo approccio difensivo che ci ha permesso di subire meno di 60 punti, mi è piaciuta molto la lucidità con cui la mia squadra ha giocato in attacco».
In effetti la difesa della Lottomatica è apparsa molto tosta, quale è stato il fattore per aggirarla?
«Sapevamo di giocare contro una delle migliori difesa della Lega, una squadra fisica che mette pressione sulla palla. Abbiamo avuto qualche difficoltà all’inizio ma ci siamo adattati molto bene attaccando con grande lucidità, razionalità, sfruttando varie armi: la palla dentro, l’uscita dai blocchi, il pick and roll. E lo dimostrano le buone percentuali di tiro, molti più tiri da due che da tre e la distribuzione buona tra i giocatori dei punti e delle responsabilità. Quindi è venuta fuori una partita di grande solidità mentale sia in attacco che in difesa e questo era il presupposto per vincere una partita di questo tipo ed il miglior presupposto per prepararci a giocare i play off».
Nonostante l’assenza del miglior marcatore gialloblù che è Thomas…
«E’ vero, ma come dico sempre questa squadra ha la possibilità di trovare al proprio interno delle risorse».
Quali sono state stavolta?
«Una per esempio è stato Cinciarini, che ha tenuto il campo bene in attacco e in difesa, giocando da primo cambio degli esterni e questo è motivo di orgoglio per me, per la società e per tutto lo staff. Oggi tra i sette giocatori utilizzati c’erano tre italiani del 1986».
Poi il coach evidenzia la prova di altri due giocatori: Vitali e Garris: «Una parola in più la spendo per Garris, il leader silenzioso, e per Vitali che è stato in campo 39 minuti. E’ stato bravo a tutto tondo, ha giocato con personalità in più ruoli, ha preso in mano la squadra insieme a Garris lungo l’arco di 40’ contro avversari di alto livello».
Silvio Sebastiani
Fonte:
Il Resto del Carlinoshare