News27/09/2007 08:30

Virtus, sapessi com’è strano incontrare Markovski a Milano

Stasera la prima volta di Zare contro la Virtus


ZARE MARKOVSKI e la Virtus. Il loro sembrava essere un matrimonio a prova di bomba e, invece, come spesso capita nello sport, la separazione è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Era il 17 giugno quando la squadra bianconera giocava l’ultima gara della stagione 2006/07 a Siena, poche ore prima il patron virtussino Claudio Sabatini comunicava al coach macedone che l’anno prossimo su quella panchina si sarebbe seduto Stefano Pillastrini e che se voleva poteva rimanere all’Arcoveggio come general manager. Che cosa Markovski abbia provato o pensato in quei giorni forse non lo sapremo mai, perché da quel momento si è chiuso in un silenzio impenetrabile e di quella questione non ne ha mai più parlato né pubblicamente né in privato. L’unica cosa che sappiamo è che deve aver giudicato non corretta l’analisi che Sabatini gli aveva prospettato, non accettando l’improvviso cambio di incarico.
Ora è a Milano e con la sua Armani Jeans questa sera incontrerà la Virtus. E’ la prima volta ma, per una sorta di fedeltà al suo silenzio, mancano le classiche dichiarazioni di “amarcord” che normalmente accompagnano queste occasioni. Chi lo conosce sa che è un uomo fatto così, al quale piace andar via in punta di piedi senza che nessuno se ne accorga e quando cambia casacca preferisce pensare solo alla sua nuova squadra, mettendo in archivio i ricordi. Questo non significa che abbia dimenticato la Virtus, sarebbe impossibile, anche perché buona parte del popolo bianconero non si è affatto dimenticato di lui.
Qualcuno dei tifosi storici ha, ad esempio, fatto capolino a Caorle dove Milano era impegnata in un torneo, giusto il tempo di un saluto, di una piccola chiacchierata, ma l’amicizia, quella vera, la si misura proprio dai piccoli gesti quelli che sono quasi invisibili. In questo periodo di lungo silenzio stava per sbottare solo una volta, quando qualcuno insinuava che Dusan Vukcevic non avesse rinnovato con la Virtus perché era già pronto un accordo direttamente con lui per andare a Milano. Le cose sono andate molto diversamente e su questo, sempre mantenendo il suo silenzio, riuscì lo stesso a mettere i puntini sulle i. Milano è una delle sue tante seconde case, quando allenava a Lugano nella Svizzera italiana, dove si gioca di sabato, spesso la domenica scendeva nel capoluogo lombardo non solo per guardare le partite dell’Olimpia ma anche per conoscere la città meneghina.

LA SUA CASA è vicino al PalaLido, mentre in campionato ed in Eurolega, l’Armani gioca al Forum di Assago. Infognarsi nelle lunghe file sulla tangenziale è una cosa assolutamente normale, ma anche qui non ci scappa nessun paragone con Bologna. Comunque siano andate le cose il suo è stato un comportamento molto elegante: nessun commento, nessuna polemica e nessuna illazione a fronte di una delusione sicuramente grande. Una lezione di stile che ci rimanda ai tempi passati. Ripassarla ogni tanto, però, non fa male a nessuno.

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