News16/05/2007 10:12

Trapè: «Alla Sutor servono aiuti»

«Pillastrini resti solo se è convinto»


«E’ GIUSTO che Pillastrini abbia richieste, anche importanti, perché è un professionista serio e apprezzato. Però, sono certo che prima di dire di no a noi ci penserà 100 volte». Così il vice presidente della Sutor, Edo Trapè, affronta l’argomento della permanenza o meno sulla panchina gialloblù di Pilla, che le sirene bolognesi della Fortitudo, ma non solo esse, tentano di ammaliare: «La nostra stima verso Pillastrini è totale — prosegue Trapè — e glielo abbiamo dimostrato in tempi non sospetti. Però se resta lo deve fare perché ne è convinto. Se lo dovesse fare per una qualsivoglia costrizione, secondo me avrebbe una risonanza diversa da quella che la società si auspica. Allora, se in cuor suo pensa che potrebbe star meglio altrove, è bene che decida in tal senso. Anche se non credo vi siano tante altre parti in cui possa essere messo nelle condizioni di lavorare così come ha fatto la Sutor».
Quali i programmi per la prossima stagione?
«Senza nulla togliere a quanto di bello c’è stato quest’anno è chiaro che tutti dobbiamo auspicare una stagione migliore. Ormai, però, i predicatori hanno svolto il loro compito e siamo in attesa di raccogliere i frutti, senza i quali dovremmo fare una riflessione».
Di che tipo?
«Queste: facciamo una squadra importante, ci bendiamo gli occhi e andiamo avanti, ma io non sono di questo avviso; oppure facciamo le nozze con quello che prevede il bilancio; oppure se c’è qualcuno intenzionato a darci una mano faremo pure l’Eurolega, visto che in quanto a capacità la Sutor ha dimostrato di non essere seconda a nessuno, disponendo di staff tecnico e dirigenziale di prim’ordine».
Quando parla di staff dirigenziale a chi si riferisce?
«A Lucio Zanca, che ha dimostrato di essere un manager come ce ne sono pochissimi in Italia e a lui va il mio ringraziamento. Senza dire che il nostro amministratore delegato, Marco Cannella, ha portato una ventata di novità in Lega, inimmaginabile fino all’anno scorso. E l’ottimo lavoro svolto dalla Sutor ha fatto sì che tutti vorrebbero venire da noi, specie i giovani, perché sanno di poter star bene, avere la giusta visibilità, trovare una società e uno staff che li protegge e li fa crescere».
Una società, quindi, viva e vegeta?
«Sì e con tutti i crismi per essere una realtà non solo locale. Però è necessario che qualcuno ci dia una mano perché sennò il peso diventa talmente grosso che qualcuno potrebbe dire: ‘ma chi me lo fa fare?’. Quindi bisogna cercare di rimuovere questa apatia da parte delle persone che dovrebbero aiutarci. Le porte della società sono apertissime a tutti coloro che hanno come intento esclusivo il bene della Sutor per far sì che questa favola continui».
Silvio Sebastiani

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