News21/04/2007 09:34
Fortitudo, crisi nera. E c’è chi scappa
Belinelli verso la Nba, Mancinelli forse non resta. Ma ora fuggono dai tifosi
INFILATASI IN UN autentico vespaio, adesso la Fortitudo è chiamata ad uscirne. E non è solo un problema contingente legato ai risultati, ma anche di atteggiamenti, perché ora l’ambiente è davvero stufo: che Stefano Mancinelli e Marco Belinelli, dopo la sconfitta contro Reggio Emilia, siano usciti dal PalaDozza utilizzando un ingresso diverso dal solito, evitando così di incontrare i tifosi, non ha aiutato a risolvere le tensioni.
Solo Digbeu si è intrattenuto per elencare alcune giustificazioni, ma le chiacchiere servono a poco perché davanti alle difficoltà questa squadra il più delle volte si disgrega anziché compattarsi e cercare di superare gli ostacoli, in ossequio al tanto celebrato spirito Fortitudo. Di certo Mancinelli e Belinelli, pur avendo molto talento, sul campo hanno dimostrato di non avere ancora la maturità necessaria per ricoprire ruoli da leader e le frizioni con i tifosi potrebbero accelerare il processo di distacco da Bologna.
In altre parole, non è escluso che il prossimo anno i due non vestano più la maglia della Fortitudo. Per Belinelli potrebbe arrivare una chiamata dalla Nba e a qual punto la società incasserebbe il buyout (circa 600 mila euro) altrimenti, siccome è molto realistico che la Fortitudo non ottenga la partecipazione all’Eurolega, si cercherà un’altra soluzione: in questo caso, arriverebbero più soldi.
Diverso il discorso per Mancinelli che Sacrati vorrebbe trattenere ritoccando l’ingaggio, ma il cocktail «No Eurolega e no appeal con i tifosi» potrebbe risultare indigesto anche per la massima carica biancoblù e quindi anche in questo caso si arriverebbe alla definizione di un buyout. La lista dei pretendenti al Mancio è lunga e comincia dalla Spagna, dove il Tau in particolare è pronto a offerte consistenti: Sacrati proverà ad accontentare il tecnico in arrivo, Pillastrini, che vorrebbe ancora puntare sull’ala abruzzese.
Dopo un’annata così disastrosa, con una lunga serie di ‘spareggi’ all’orizzonte a cominciare da domani a Teramo, l’ambiente vuole una rifondazione. La vuole anche Sacrati che giovedì sera ha avuto conferma di una cosa: i giocatori andati via dalla Fortitudo e rimasti in Italia come Ress e Shumpert, adesso farebbero più che comodo alla causa, per non parlare di Davide Lamma che ha aspettato fino alle calende greche per poi accasarsi a Reggio Emilia passando da Milano, mentre ora il dito al PalaDozza è puntato sulla coppia di play Edney–Norris.
QUASI SICURAMENTE, per risorgere Sacrati si affiderà a Stefano Pillastrini: l’accordo con il coach del miracolo Premiata è in dirittura d’arrivo, se non più in là. Una scelta che non solo sarà molto gradita ai tifosi ma che si coniuga con la parola progetto. E’ questa la cosa che più interessa al buon vecchio ‘Pilla’, e cioè arrivare in una realtà dove sia possibile lavorare pensando al futuro senza l’assillo quotidiano di arrivare al risultato. Con questa filosofia di lavoro ha portato Montegranaro dalla B d’Eccellenza alla serie A, vedremo se a Bologna riuscirà a far volare nuovamente ad alta quota l’Aquila. Come sempre accade per distruggere qualsiasi cosa può bastare un attimo, mentre per costruire ci vuole parecchio tempo e così, con la probabile esclusione dall’Eurolega, la Fortitudo ha cancellato buona parte di quello che la gestione Seragnoli aveva costruito. E il problema non è solo la vecchia società ma anche la squadra deve recitare un bel mea culpa, perché ad esempio nella cacciata di Bluthenthal ha più di una responsabilità. Sacrati, pur essendo alle prime armi nello sport, queste cose le ha già capite bene e, dopo aver usato ampiamente la carota, adesso probabilmente inizierà ad utilizzare il bastone.
MASSIMO SELLERI
Solo Digbeu si è intrattenuto per elencare alcune giustificazioni, ma le chiacchiere servono a poco perché davanti alle difficoltà questa squadra il più delle volte si disgrega anziché compattarsi e cercare di superare gli ostacoli, in ossequio al tanto celebrato spirito Fortitudo. Di certo Mancinelli e Belinelli, pur avendo molto talento, sul campo hanno dimostrato di non avere ancora la maturità necessaria per ricoprire ruoli da leader e le frizioni con i tifosi potrebbero accelerare il processo di distacco da Bologna.
In altre parole, non è escluso che il prossimo anno i due non vestano più la maglia della Fortitudo. Per Belinelli potrebbe arrivare una chiamata dalla Nba e a qual punto la società incasserebbe il buyout (circa 600 mila euro) altrimenti, siccome è molto realistico che la Fortitudo non ottenga la partecipazione all’Eurolega, si cercherà un’altra soluzione: in questo caso, arriverebbero più soldi.
Diverso il discorso per Mancinelli che Sacrati vorrebbe trattenere ritoccando l’ingaggio, ma il cocktail «No Eurolega e no appeal con i tifosi» potrebbe risultare indigesto anche per la massima carica biancoblù e quindi anche in questo caso si arriverebbe alla definizione di un buyout. La lista dei pretendenti al Mancio è lunga e comincia dalla Spagna, dove il Tau in particolare è pronto a offerte consistenti: Sacrati proverà ad accontentare il tecnico in arrivo, Pillastrini, che vorrebbe ancora puntare sull’ala abruzzese.
Dopo un’annata così disastrosa, con una lunga serie di ‘spareggi’ all’orizzonte a cominciare da domani a Teramo, l’ambiente vuole una rifondazione. La vuole anche Sacrati che giovedì sera ha avuto conferma di una cosa: i giocatori andati via dalla Fortitudo e rimasti in Italia come Ress e Shumpert, adesso farebbero più che comodo alla causa, per non parlare di Davide Lamma che ha aspettato fino alle calende greche per poi accasarsi a Reggio Emilia passando da Milano, mentre ora il dito al PalaDozza è puntato sulla coppia di play Edney–Norris.
QUASI SICURAMENTE, per risorgere Sacrati si affiderà a Stefano Pillastrini: l’accordo con il coach del miracolo Premiata è in dirittura d’arrivo, se non più in là. Una scelta che non solo sarà molto gradita ai tifosi ma che si coniuga con la parola progetto. E’ questa la cosa che più interessa al buon vecchio ‘Pilla’, e cioè arrivare in una realtà dove sia possibile lavorare pensando al futuro senza l’assillo quotidiano di arrivare al risultato. Con questa filosofia di lavoro ha portato Montegranaro dalla B d’Eccellenza alla serie A, vedremo se a Bologna riuscirà a far volare nuovamente ad alta quota l’Aquila. Come sempre accade per distruggere qualsiasi cosa può bastare un attimo, mentre per costruire ci vuole parecchio tempo e così, con la probabile esclusione dall’Eurolega, la Fortitudo ha cancellato buona parte di quello che la gestione Seragnoli aveva costruito. E il problema non è solo la vecchia società ma anche la squadra deve recitare un bel mea culpa, perché ad esempio nella cacciata di Bluthenthal ha più di una responsabilità. Sacrati, pur essendo alle prime armi nello sport, queste cose le ha già capite bene e, dopo aver usato ampiamente la carota, adesso probabilmente inizierà ad utilizzare il bastone.
MASSIMO SELLERI
Fonte:
Il Resto del Carlinoshare