News25/06/2005 14:28
Anche Prandi vuole parlare col sindaco
Il consigliere federale Paccapelo: «I vertici del basket sono preoccupati»
Il Consigliere Federale Alberto Paccapelo, pesarese doc ed esponente del palazzo cestistico, segue ovviamente con un occhio particolare la vicenda Scavolini, non nascondendo i grossi rischi che la Vuelle sta correndo ma tentando anche di individuare delle coordinate per uscire dalla impasse e continuare a poter sostenere la squadra in Serie A.
Allora, è davvero così grave la situazione?
«Penso di sì – attacca Paccapelo - e penso anche che alcune recenti iniziative legali, ancorchè legittime, siano in questo momento fuori tempo e non aiutino certamente le persone che stanno lavorando per risolvere il problema».
Cosa pensano i vertici federali della questione-Pesaro?
«Sia il presidente Maifredi che il numero uno della Lega Prandi (il quale ha personalmente contattato il sindaco Ceriscioli per fissare un incontro –ndr) sono molto preoccupati della vicenda, perché è chiaro che perdere una piazza come Pesaro sarebbe un grosso danno per tutto il movimento cestistico italiano ed europeo. I vertici sono comunque continuamente aggiornati sulla situazione».
Quali possono essere i rimedi?
«Il rimedio immediato è quello di iscrivere la squadra al campionato entro il 6 luglio prossimo e per fare ciò occorre sistemare le pendenze con lo Stato, visto che gli altri parametri indispensabili e richiesti dalla Comtec sono a posto (quattro su cinque sono ok, mancano tasse e contributi, in particolare Irpef, Enpals e Iva. In pratica per sistemare l’iscrizione servono subito circa 1 milione e 690 mila euro –ndr). Le cifre in ballo sono importanti ma non impossibili da sanare in breve tempo se la città risponderà agli appelli lanciati, contribuendo a sostenere gli ulteriori sforzi necessari. Le altre situazioni si potranno sistemare nel tempo».
Lei è un esponente federale ma anche un appassionato tifoso biancorosso. Come vive la situazione?
«Non mi va che la città subisca supinamente una situazione che di certo non ha voluto ma di cui dovrà sopportare le conseguenze in termini sociali, economici e di immagine. Vorrei smuovere le coscienze di imprenditori, cittadini e tifosi. L’ideale – conclude Paccapelo - sarebbe che tutti, stampa compresa, creassimo un clima positivo e costruttivo attorno al problema che si può e si deve risolvere».
Cam.Ca.
Allora, è davvero così grave la situazione?
«Penso di sì – attacca Paccapelo - e penso anche che alcune recenti iniziative legali, ancorchè legittime, siano in questo momento fuori tempo e non aiutino certamente le persone che stanno lavorando per risolvere il problema».
Cosa pensano i vertici federali della questione-Pesaro?
«Sia il presidente Maifredi che il numero uno della Lega Prandi (il quale ha personalmente contattato il sindaco Ceriscioli per fissare un incontro –ndr) sono molto preoccupati della vicenda, perché è chiaro che perdere una piazza come Pesaro sarebbe un grosso danno per tutto il movimento cestistico italiano ed europeo. I vertici sono comunque continuamente aggiornati sulla situazione».
Quali possono essere i rimedi?
«Il rimedio immediato è quello di iscrivere la squadra al campionato entro il 6 luglio prossimo e per fare ciò occorre sistemare le pendenze con lo Stato, visto che gli altri parametri indispensabili e richiesti dalla Comtec sono a posto (quattro su cinque sono ok, mancano tasse e contributi, in particolare Irpef, Enpals e Iva. In pratica per sistemare l’iscrizione servono subito circa 1 milione e 690 mila euro –ndr). Le cifre in ballo sono importanti ma non impossibili da sanare in breve tempo se la città risponderà agli appelli lanciati, contribuendo a sostenere gli ulteriori sforzi necessari. Le altre situazioni si potranno sistemare nel tempo».
Lei è un esponente federale ma anche un appassionato tifoso biancorosso. Come vive la situazione?
«Non mi va che la città subisca supinamente una situazione che di certo non ha voluto ma di cui dovrà sopportare le conseguenze in termini sociali, economici e di immagine. Vorrei smuovere le coscienze di imprenditori, cittadini e tifosi. L’ideale – conclude Paccapelo - sarebbe che tutti, stampa compresa, creassimo un clima positivo e costruttivo attorno al problema che si può e si deve risolvere».
Cam.Ca.
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