News09/01/2004 17:32
Nesby: "La felicità è essere primi"
"Lo dico sempre ai miei compagni, non sentitevi felici di essere al numero 3 o 4"
Mancano ancora un paio di pezzi per completare il "puzzle" di questa Metis Varese perfettibile che piace, diverte, vince e fa sognare: Pavel Podkolzine e Tyrone Nesby e. Due giocatori che lo stesso coach Giluio Cadeo ha definito gemme potenzialmente splendenti ancora da "lavorare". Del lunghissimo siberiano, che con Cadeo sulla plancia di comando sta trovando sempre più spazio e responsabilità, i tifosi varesini iniziano ad apprezzare le movenze a tratti devastanti, cosi come, dentro l'area, malgrado qualche giocata da "pollaccione" (comprensibile e giustificabile considerate l'età e la mole), gli avversari iniziano a "non" gradire l'ingombro volumetrico ed i tentacoli. Insomma, il "progetto" Pavel Podkolzine, appare già qualcosa di più di un semplice schizzo sulla carta e, anche sotto il profilo tecnico, gli spettatori più attenti avranno annotato lo sviluppo dei giochi a due in grado di mandare a canestro con maggior continuità il buon Pavel. Tyrone Nesby, invece, dopo i fuochi d'artificio fatti esplodere nelle prime giornate sembra un giocatore diverso e sono in tanti a chiedersi quale sia la vera anima di un atleta che nelle prime settimane di permanenza da noi aveva incantato la platea e fatto stropicciare gli occhi agli addetti ai lavori.
"Non sembro un giocatore diverso: lo "sono" per davvero - dice con estrema tranquillità Tyrone il quale, dopo il brutto infortunio alla caviglia, il primo di una certa entità subito in carriera, sta gradatamente recuperando la forma -. Il mese di ottobre, e le prestazioni offerte all'inizio, sono lontane ben più di quanto non faccia pensare la scansione del tempo. Rispetto ad allora, è cambiato tutto: allenatore, forza della squadra, stile di gioco, ambizioni, consapevolezza del gruppo e individuale. Allora, in una squadra tutta da assemblare, con equilibri e responsabilità tutte da divedere, c'era un Tyrone Nesby da 20-25 tiri e 40 minuti per partita. Adesso c'è un giocatore che dopo l'infortunio - sono circa al 75% del mio potenziale -, deve reinserirsi nei meccanismi e pensare ad occupare uno spazio diverso perché nel frattempo la squadra si è evoluta, è migliorata e nel corso di tante partite ha trovato di volta in volta la formula migliore per vincere e produrre tanti protagonisti".
- Quindi, bisogna dire addio al Nesby scintillante visto nelle prime apparizioni...
"So benissimo che il pubblico di Varese dal sottoscritto vorrebbe sempre vedere valanghe di punti, giocate spettacolari, schiacciate e basket-show. Io, in effetti, sono anche "quel" Nesby e quell'immagine mi appartiene, ma in tutta sincerità credo che in questo momento il gruppo non saprebbe cosa farsene di un giocatore che monopolizza l'attenzione e finalizza tanti possessi offensivi. Non penso che alla Metis efficace e produttiva vista in questi ultimi due mesi serva il Nesby da 30 punti per partita ma, piuttosto, un giocatore di impatto. Tradotto in cifre potrei dire: tra i 15 e i 20 punti per partita, con difesa, rimbalzi e giocate di squadra. Ed è esattamente quello mi sto sforzando di produrre per il bene del gruppo, nonché la risposta alle esigenze di compagni e allenatore".
- Coach Cadeo ha rivoltato psicologicamente la squadra e ha dimostrato interesse per tutti i giocatori...
"Vero, Giulio ha stabilito un'ottima relazione con tutti ed è attento alle esigenze di ognuno. Mi trovo bene sia con lui, sia con i compagni, anche se l'adattamento al sistema di gioco italiano non è ancora quello ottimale, soprattutto per uno come me che sia al College, che in NBA è sempre andato a briglia sciolta. Però, ho parlato a lungo con coach Cadeo (col quale ha in programma, a breve, una sfida all'ultima... buca sul tavolo di biliardo ndr) e anche dal punto di vista tecnico ha cercato di sviluppare situazioni attraverso le quali anch'io posso esprimere al meglio le mie qualità. Stiamo lavorando insieme per trovare il miglior sistema di funzionamento per me, e per la squadra. Si tratta di un lavoro lungo, ma qualche frutto già si vede".
- Siamo quasi alla fine del girone d'andata: qual è il suo primo bilancio ?
"In spogliatoio faccio un po' la figura del "predicatore" e dico sempre ai miei compagni: non sentitevi felici di essere al numero 3 o 4 perché la vera felicità è diventare numeri 1 ! Dico questo perché in Italia nessuna squadra mi ha impressionato come Varese e penso che nessuno, tranne la Metis, abbia davanti a sé ancora così tanta strada per migliorare. Io - conclude Tyrone - sono venuto a Varese, per giocare, divertirmi e vincere e dico che se vuoi essere il migliore di tutti, devi incominciare a ragionare con la testa dei numeri uno. Quindi, vietato accontentarsi anche perché il pubblico di Masnago, merita solo numeri 1...".
Massimo Turconi
"Non sembro un giocatore diverso: lo "sono" per davvero - dice con estrema tranquillità Tyrone il quale, dopo il brutto infortunio alla caviglia, il primo di una certa entità subito in carriera, sta gradatamente recuperando la forma -. Il mese di ottobre, e le prestazioni offerte all'inizio, sono lontane ben più di quanto non faccia pensare la scansione del tempo. Rispetto ad allora, è cambiato tutto: allenatore, forza della squadra, stile di gioco, ambizioni, consapevolezza del gruppo e individuale. Allora, in una squadra tutta da assemblare, con equilibri e responsabilità tutte da divedere, c'era un Tyrone Nesby da 20-25 tiri e 40 minuti per partita. Adesso c'è un giocatore che dopo l'infortunio - sono circa al 75% del mio potenziale -, deve reinserirsi nei meccanismi e pensare ad occupare uno spazio diverso perché nel frattempo la squadra si è evoluta, è migliorata e nel corso di tante partite ha trovato di volta in volta la formula migliore per vincere e produrre tanti protagonisti".
- Quindi, bisogna dire addio al Nesby scintillante visto nelle prime apparizioni...
"So benissimo che il pubblico di Varese dal sottoscritto vorrebbe sempre vedere valanghe di punti, giocate spettacolari, schiacciate e basket-show. Io, in effetti, sono anche "quel" Nesby e quell'immagine mi appartiene, ma in tutta sincerità credo che in questo momento il gruppo non saprebbe cosa farsene di un giocatore che monopolizza l'attenzione e finalizza tanti possessi offensivi. Non penso che alla Metis efficace e produttiva vista in questi ultimi due mesi serva il Nesby da 30 punti per partita ma, piuttosto, un giocatore di impatto. Tradotto in cifre potrei dire: tra i 15 e i 20 punti per partita, con difesa, rimbalzi e giocate di squadra. Ed è esattamente quello mi sto sforzando di produrre per il bene del gruppo, nonché la risposta alle esigenze di compagni e allenatore".
- Coach Cadeo ha rivoltato psicologicamente la squadra e ha dimostrato interesse per tutti i giocatori...
"Vero, Giulio ha stabilito un'ottima relazione con tutti ed è attento alle esigenze di ognuno. Mi trovo bene sia con lui, sia con i compagni, anche se l'adattamento al sistema di gioco italiano non è ancora quello ottimale, soprattutto per uno come me che sia al College, che in NBA è sempre andato a briglia sciolta. Però, ho parlato a lungo con coach Cadeo (col quale ha in programma, a breve, una sfida all'ultima... buca sul tavolo di biliardo ndr) e anche dal punto di vista tecnico ha cercato di sviluppare situazioni attraverso le quali anch'io posso esprimere al meglio le mie qualità. Stiamo lavorando insieme per trovare il miglior sistema di funzionamento per me, e per la squadra. Si tratta di un lavoro lungo, ma qualche frutto già si vede".
- Siamo quasi alla fine del girone d'andata: qual è il suo primo bilancio ?
"In spogliatoio faccio un po' la figura del "predicatore" e dico sempre ai miei compagni: non sentitevi felici di essere al numero 3 o 4 perché la vera felicità è diventare numeri 1 ! Dico questo perché in Italia nessuna squadra mi ha impressionato come Varese e penso che nessuno, tranne la Metis, abbia davanti a sé ancora così tanta strada per migliorare. Io - conclude Tyrone - sono venuto a Varese, per giocare, divertirmi e vincere e dico che se vuoi essere il migliore di tutti, devi incominciare a ragionare con la testa dei numeri uno. Quindi, vietato accontentarsi anche perché il pubblico di Masnago, merita solo numeri 1...".
Massimo Turconi
Fonte:
La Prealpinashare