Menetti: 'Stavolta vogliamo un finale diverso'
La piccola che vuole (finalmente) diventare grande, la grande che vuole prendersi il tricolore perché senza la sua stagione sarebbe un mezzo fallimento. Da un lato Reggio, la piccola, dall'altro Milano, la grande. In palio lo scudetto del basket. Per l'Olimpia è la quinta finale tricolore negli ultimi otto anni, da quando cioè il club è diventato proprietà di Giorgio Armani. Tre volte sconfitta (contro Siena), una volta (avversari sempre i toscani) braccia al cielo. Reggio è alla sua seconda finale tricolore consecutiva, ci riprova dopo la beffa di un anno fa con Sassari. Si gioca al meglio delle sette partite, gara 1 stasera (20:45) a Milano. Giugno di un anno fa, dopo lo scudetto perso con Sassari la parola d'ordine a Reggio Emilia è una sola: riprovarci. Un anno dopo la Grissin Bon è di nuovo in finale. Missione compiuta coach Menetti. "Ed è una cosa che ci rende orgogliosi perché è un traguardo diverso rispetto allo scorso anno. Lo volevamo a tutti i costi ma non era affatto scontato tornare in finale. In fondo Reggio è una realtà di provincia. E' una nuova occasione che ci siamo costruiti attraverso un percorso importante". Un percorso fatto di cosa? "La squadra è cresciuta innanzitutto nei risultati, il secondo posto in stagione regolare è il miglior risultato nella storia della società. Il rischio di accusare il colpo per come era finita un anno fa esisteva, invece la risposta è stata subito positiva. La vittoria della supercoppa ci ha fatto voltare pagina immediatamente. E poi il titolo di campioni d'inverno, il passaggio del turno in Eurocup. Ovviamente abbiamo attraversato momenti difficili ma siamo riusciti sempre a rialzare la testa''. Basket, semifinali play-off; gara-7: Reggio Emilia-Avellino 85-80 Condividi Parlando di momenti difficili, dopo il -43 di gara 4 ad Avellino ha temuto di aver perso la bussola? "Un -43 nei play off può ammazzarti. La botta è arrivata, è stata forte, ma ha rappresentato un momento di grande ripartenza. Con Avellino è stata una serie bellissima, senza polemiche, con un livello arbitrale altissimo. Non ci sono stati finali tirati, credo che il 4 a 3 sia stato il risultato giusto". Comune denominatore con la passata stagione gli infortuni. Semifinale praticamente senza Veeremenko, in finale invece non avrete Stefano Gentile. "E' andata un po' meglio dello scorso anno, ma alla fine paghiamo comunque un conto salato. Ne abbiamo avuti diversi prima della Final Eight di coppa Italia e quando ci siamo giocati la possibilità di andare avanti in Eurocup. Veeremenko è un giocatore chiave, la sua assenza con Avellino è stata pesantissima. L'infortunio di Stefano è ancora più pesante, ha avuto problemi un po' tutto l'anno, ha lasciato il segno in gara 2 e si è fermato proprio quando stava dando il massimo". La vostra sicurezza si chiama Kaukenas. "Per Rimantas gli aggettivi sono finiti, ormai sul suo conto abbiamo detto tutto. Ma siamo in finale non solo per merito suo. La sua importanza è data dai giocatori e dallo staff che ha intorno, dalla squadra che è stata costruita, dal mix che si è creato tra giovani e cosiddetti vecchi". Pregi e difetti di Milano? "Di difetti io ne vedo pochi. Parliamo di una squadra lunga, ricca di talento ed esperienza, allenata benissimo. Milano è la Juve del basket italiano. Cosa conterà? Non vorrei essere banale ma credo che determinazione e cattiveria agonistica possano essere determinanti". Per la finale avete scelto di restare a Reggio e di non trasferirvi a Bologna. "La città deve ringraziare il nostro patron Stefano Landi perché è evidente che non è una decisione logica. La logica, sia in termini economici che a livello organizzativo, suggeriva di andare a giocare a Bologna. Il proprietario di una squadra così legata alla propria città non se l'è sentita di negare la finale alla sua gente". Reggio città è pronta. Reggio squadra? "Ci manca l'ultimo passo ma vogliamo giocarcela fino alla fine. Noi ci crediamo''
Nicola Apicella
Fonte:
Repubblica.itshare