News01/06/2008 14:16

Finelli è tornato col taccuino pieno

In Florida tante cose interessanti


Anche la Montegranaro cestistica piange la scomparsa di Rodolfo Terenzi, un autentico pezzo di storia della Sutor basket, assieme alla quale passò quattro stagioni bellissime e indimenticabili, dal 1981 al 1985, la prima delle quali coincisa con il ritorno dei colori gialloblù in B d’eccellenza. Una notizia, quella della morte di Rudy, che stona non poco con questo particolare periodo della società di viale Zaccagnini, impegnata a costruire il suo futuro dopo una stagione particolarmente esaltante.

Intanto, Alessandro Finelli è tornato in Italia ieri dopo i giorni passati al pre-draft di Orlando, nella lontana Florida, un camp destinato ai giocatori appena transitati dall’università americana, non i migliori in assoluto, ma comunque particolarmente appetiti, specie dalle società europee, comprese quelle di casa nostra, naturalmente.

Non è un caso che Orlando, in questi ultimi giorni, sia stata la meta di diversi “paisà”, allenatori e dirigenti inviati dai più svariati sodalizi tricolori (nessun agente, invece, per loro l’ingresso è off-limits), da Cantù a Capo d’Orlando, passando per Pesaro e Veroli, ma l’elenco potrebbe proseguire quasi all’infinito.

Di sicuro, la compagnia non è mancata al coach della Premiata, impegnato a osservare quel che di buono ha passato il convento: “È stata una bella esperienza – spiega il tecnico bolognese – ed è andato tutto bene. Ho potuto visionare diversi giocatori in uscita dai college americani, una sessantina in tutto, i quali, anche se non a breve, potranno entrare nell’interesse delle squadre europee che potranno sceglierli. Ford, Thomas e Minard, tanto per fare un esempio, sono passati da qui”.

Il suo interesse si è concentrato più sul gioco dei singoli oppure sulla tecnica di squadra, magari su qualche schema particolare?

“Sui giocatori: la mia è stata una semplice attività di scouting, mi sono informato su di loro, poi alcuni di questi sarà possibile rivederli alla Summer League di Las Vegas e della stessa Orlando. Diciamo che il mio è stato il proseguimento del lavoro svolto lo scorso anno da Lucio Zanca proprio alla Summer League che si era svolta a Las Vegas ”.

Ha annotato qualcosa di particolarmente interessante sul suo taccuino?

“Posso dire di aver visto tanta energia e altrettanta voglia di mettersi in mostra da parte dei protagonisti del pre-draft. D’altra parte, questo camp è strutturato in test atletici, allenamenti sui fondamentali e, alla fine, ci si divide in sei squadre e si organizzano partite, quindi è chiaro che si ha a disposizione poco tempo”.

Quindi, che tipo di pallacanestro ha potuto osservare in questi giorni americani?

“Una pallacanestro fatta di atletismo e velocità. Più che altro, queste partite servono per vedere determinate caratteristiche e qualità di un giocatore, il talento individuale, per esempio”.

Tanta indisciplina tattica, dunque…

“Sì, di disciplina in quel senso se n’è vista poca, ma non dimentichiamo che stiamo parlando di giocatori giovani, nei quali prevalgono la fisicità e l’energia”.

Dopo la Florida, di nuovo l’Italia. Ha avuto modo di parlare con i dirigenti della Sutor riguardo il suo futuro, in particolare per quanto riguarda la prossima stagione agonistica?

“No, non ancora. Dopo la festa di mercoledì 21 (quella al Casale di Altidona, n.d.r.) sono partito per gli Usa e non ho avuto più contatti con i dirigenti, per il momento abbiamo staccato la spina”.

E quando la riattaccherete?

“Piano piano! Come avete scritto sui giornali, inizieremo da determinati punti che coinvolgono il programma societario. Per ora, come staff tecnico, ci stiamo limitando al lavoro di scouting, il resto verrà più avanti”.

GIUSEPPE CATANI

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