News19/07/2007 09:28
Poz e Chiacig, è una Virtus d’argento
Il play è più di una tentazione: piace a Sabatini e ha grande feeling con Pillastrini
PER QUANTO scolorito dal tempo, l’argento dell’Olimpiade di Atene può tingere la nuova Virtus: all’ingaggio di Chiacig manca solo l’ufficialità, l’arrivo di Pozzecco è più che una semplice tentazione. Accade tutto nei giorni in cui si è raffreddato l’amore verso due italiani, Di Bella e Michelori, che Sabatini ha messo sul mercato dopo il rifiuto di entrambi a prolungare il contratto: che Chiacig e Pozzecco ricoprano gli stessi ruoli forse non è soltanto una casualità.
Casuale non è la fiammata che può riportare il Poz a Bologna dopo due anni di dorato esilio in Russia. Nè stupisca che possa accadere sulla sponda opposta rispetto al passaggio precedente: in entrambi i casi, c’è più di una logica. La prima è legata al patron: di amare il personaggio Pozzecco, Sabatini non ha mai fatto mistero, tanto da arrivare a corteggiarlo pubblicamente quando Repesa mise il play fuori dalla Fortitudo prima dei playoff. Da maestro della comunicazione, non può non andar d’accordo col più comunicativo dei giocatori in circolazione, che ha ospitato nel parterre bianconero in occasione dell’ultima finale scudetto: con uno così, insomma, Sabatini saprebbe divertirsi non solo in campo. Secondo indizio, l’allenato e. Fra il Poz e Pillastrini prima che feeling c’è amicizia di vecchia data: già visto a Montegranaro far lo spettatore durante una delle sue ’vacanze’ russe, il play olimpico è testimonial del camp fondato dal nuovo coach bianconero a Cervia. E’ lì anche in questi giorni, dove curiosamente ha appena ripreso ad allenarsi, dopo giorni in cui aveva confessato agli amici persino la voglia di piantar lì col basket: anche questo, un segnale.
Terzo indizio, l’impiego. A 35 anni, poter giocare da regista di rincorsa alle spalle di un americano è ciò che il Poz forse gradisce maggiormente: poterlo fare ad alto livello è un bonus in più, specialmente a Bologna. Dove non sarebbe il primo a giocare sotto una bandiera dopo averlo già fatto sotto l’altra, Nè questo gli provocherebbe troppi imbarazzi: non potrà esser certo accusato di ‘tradimento’ sportivo chi, il giorno in cui la Fortitudo lo mise alla porta, si vide voltare le spalle un po’ da tutti.
ANGELO COSTA
Casuale non è la fiammata che può riportare il Poz a Bologna dopo due anni di dorato esilio in Russia. Nè stupisca che possa accadere sulla sponda opposta rispetto al passaggio precedente: in entrambi i casi, c’è più di una logica. La prima è legata al patron: di amare il personaggio Pozzecco, Sabatini non ha mai fatto mistero, tanto da arrivare a corteggiarlo pubblicamente quando Repesa mise il play fuori dalla Fortitudo prima dei playoff. Da maestro della comunicazione, non può non andar d’accordo col più comunicativo dei giocatori in circolazione, che ha ospitato nel parterre bianconero in occasione dell’ultima finale scudetto: con uno così, insomma, Sabatini saprebbe divertirsi non solo in campo. Secondo indizio, l’allenato e. Fra il Poz e Pillastrini prima che feeling c’è amicizia di vecchia data: già visto a Montegranaro far lo spettatore durante una delle sue ’vacanze’ russe, il play olimpico è testimonial del camp fondato dal nuovo coach bianconero a Cervia. E’ lì anche in questi giorni, dove curiosamente ha appena ripreso ad allenarsi, dopo giorni in cui aveva confessato agli amici persino la voglia di piantar lì col basket: anche questo, un segnale.
Terzo indizio, l’impiego. A 35 anni, poter giocare da regista di rincorsa alle spalle di un americano è ciò che il Poz forse gradisce maggiormente: poterlo fare ad alto livello è un bonus in più, specialmente a Bologna. Dove non sarebbe il primo a giocare sotto una bandiera dopo averlo già fatto sotto l’altra, Nè questo gli provocherebbe troppi imbarazzi: non potrà esser certo accusato di ‘tradimento’ sportivo chi, il giorno in cui la Fortitudo lo mise alla porta, si vide voltare le spalle un po’ da tutti.
ANGELO COSTA
Fonte:
Il Resto del Carlinoshare