News16/05/2007 09:42

Sacrati non molla Thomas 'Tiene alla Effe più di altri'

In tv il patron delinea il futuro Fortitudo. 'Non sono un tipo da Maraglio Day...'


NEL suo esordio televisivo, la conferenza stampa audio-video organizzata e trasmessa ieri negli studi di Nuovarete, Gilberto Sacrati ha cominciato a tinteggiare il nuovo corso dell´Aquila. Nessun annuncio, movimenti ben celati sotto una fitta cortina di fumo, ma qualche tratto è già evidente: la squadra, più che altro, prim´ancora dell´allenatore. «Su James Thomas – ha raccontato nei tre quarti d´ora di trasmissione – penso di poter dire, in breve tempo, che sarà il primo tassello della Fortitudo. Ho parlato con lui, ho parlato con i procuratori: credo che manchi qualche dettaglio, ma siamo in linea su tutto. E quell´ultima prestazione a Siena dimostra quanto James tenesse alla squadra». Questo il primo passo, ma prudenza vuole che sia meglio non dire gatto finché non l´avrà nel sacco: il mercato è in continuo rilancio. Apparentemente meno possibilista su Mancinelli («Se vorrà andare, fisseremo un prezzo»), l´altro passo dev´essere ancora affrontato. Si parla di Marco Belinelli, e più volte Sacrati fa riferimento all´intervista da lui rilasciata ieri a Repubblica. «Con Beli – dice – devo vedermi. Gli parlerò e sono certo che in 10 minuti potrà convincersi a rimanere. Sì, Marco ha grande voglia di America ma dico una cosa da papà: secondo me gli farebbe bene un altro anno, se non due, ancora qui. E meglio qui che in Europa».
Di certo, l´assenza dall´Eurolega non aiuta. Il contratto era già stato ritoccato lo scorso autunno. Così viene da chiedersi come faccia, Sacrati, a credere davvero di poter trattenere il ragazzo. Deve giocare una carta, in quei 10 minuti, e sarebbe facile pensare a un allenatore. Anzi, all´allenatore per eccellenza. «Veramente si può parlare anche di soldi – svicola Sacrati -: magari alzando il suo stipendio e aumentando il buyout per l´America». Un´eventualità che l´entourage del giocatore non ha mai battuto. Ma si finisce, infine, a parlare dell´allenatore. E se l´identikit assomiglia troppo a quello di Jasmin Repesa per passare sottosilenzio («Lo comunicherò a fine campionato, magari è l´allenatore che vuole un certo tipo di responsabile del settore giovanile», e si parla di Bebo Breveglieri, assistente storico), la realtà dice che Sacrati ha una lista, ma deve ancora allinearla al futuro della sua Aquila. "Sono convinto di fare la scelta giusta, e l´allenatore deve credere nel progetto e nella Fortitudo. E poi, ovvio, la presenza di una Coppa europea cambia molto: questo lo sapremo fra 20 giorni. Ma devo dire che quelli cui pensiamo, e con cui abbiamo parlato, sono interessati sia con che senza Europa». I contatti più approfonditi sono scattati ad Atene, attorno alla Final Four. «E´ stata una full-immersion totale. Avevo Tinti, il mio consigliere, che non vedeva l´ora di andare a letto, ma io stavo lì fino alle 5 del mattino. Ho imparato tanto e ho tanto da imparare. Ma di certo non mi faccio prendere per la giacchetta. E decido d´istinto, come sempre». Quindi, il primo sguardo agli obiettivi futuri. «Giocare per i primi posti. E vincere la Coppa Italia, perché è una strada per stare in Europa. Organizzarla? Perché no, è un´idea. Ma l´Europa, ripeto, è importante. Per tutta la pallacanestro». Il progetto Palazzone è di rigore. «Tutti devono aver presente che l´Eurolega vuole 9-10 mila posti. E allora io penso a un palazzo nostro da 13 mila, che dia impulso al basket italiano e che, di questo sono convinto, deve avere le caratteristiche di un´arena Nba. In modo che, quando la Nba gira, Bologna diventi una tappa obbligata. Riempirlo? Non sarà un problema. Ci vogliono risultati, sì, ma penso anche a giovani e famiglie. No, decisamente, non sono un tipo da Maraglio Day. Il PalaDozza? In Comune abbiamo parlato della modifica della convenzione, in modo da tenere in considerazione tutti gli sport». Infine, l´ultimo mese è troppo fresco per dimenticare. «Ho temuto la retrocessione, ora lo posso dire. Perdevamo sempre, avevo paura. Fortunatamente abbiamo vinto a Teramo. Ma non avrei gettato la spugna, in caso di LegaDue. Piuttosto, ho tentato di dare la scossa alla squadra, cercando di far emergerne l´anima. Leggo Belinelli che dice che con Ataman saremmo andati ai playoff. Non lo so, dico solo che io, ai giocatori, chiedevo di tirare fuori l´anima: alcuni l´hanno fatto, altri no. E siamo sicuri, alla fine, che abbiano fatto la scelta giusta?». Domanda retorica, che già contiene la risposta.
(marco martelli)

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