News15/05/2007 13:57
Siviglia, è già ora di programmare
Squadra da non smentellare. Lulli esalta i tifosi: «Meritano 100 anni di A»
Questo è il momento di gioire per la Siviglia Wear. Il momento in cui la speranza è divenuta certezza, quella di aver mantenuto la permanenza in Serie A1. Per il quinto anno consecutivo. Ci hanno creduto fino in fondo giocatori, allenatori e società, e alla fine hanno avuto ragione. E' vero, i fatti hanno dimostrato che degli errori sono stati commessi, se pensiamo alle dichiarazioni d'inizio anno e al talento dei singoli atleti transitati in questa stagione a Teramo. Ma sono bastate due partite vinte, quaranta minuti di gioco e un "impressionante" lavoro motivazionale messo in piedi dal presidente Antonetti per far battere di nuovo quel "vecchio cuore biancorosso", sempre inneggiato dalla tifoseria teramana.
Insomma un finale strepitoso che ha avuto due meriti. Intanto ridare un senso a una stagione che rischiava di fare la storia, ma in negativo, del Teramo Basket. Eppoi gettare delle basi credibili per il futuro. Difficile ora non puntare sull'imprescindibile capitano Gianluca Lulli (a 35 anni e a un passo dal rinnovo con Teramo, nel prossimo contratto andrebbe prevista per lui anche la "pensione biancorossa"!), determinante come non mai contro Montegranaro. Su Giuseppe Poeta, beffarda scommessa diventata splendida realtà. Se poi il mercato e le richieste degli interessati permetteranno di tenere un paio di americani di quest'anno (in primis Grundy, che ha dimostrato di volerci stare in questo gruppo giocando fino alla fine con il ginocchio non al meglio, e Hurd, che ha un altro anno di contratto) e un paio di buoni atleti dalla panchina (si potrebbe dare una chance a Papanikolopoulos e testare la resa per un intero campionato di Miller), allora acquista più valore in prospettiva questo stupendo rush finale compiuto dalla Siviglia Wear. Ma vedremo nelle prossime settimane che accadrà. Ora facciamo parlare un protagonista vero di questo trionfale finale di campionato della Siviglia Wear, Gianluca Lulli: «Questi momenti sono bellissimi da vivere. Io sono stato fortunato perché di gioie con la maglia del Teramo ne ho condivise tante. Tornati in città dopo la partita con Montegranaro e vedere la gente che ci aspettava sotto la sede per festeggiare è stato fantastico. Per me poi, che ho vissuto in prima persona tutte le grandi conquiste della storia recente del basket cittadino, trovare ogni anno nuova carica dalla gente di Teramo è meraviglioso. Gente così si merita di restare in Serie A per cent'anni, così come la società che ha fatto di tutto per metterci nella condizione di crederci fino in fondo». Fino alla fine, contro Montegranaro: «Non so quante persone sono venute al PalaSavelli a tifare per noi - conferma il capitano biancorosso - ma si sentivano eccome. E' stato un po' come giocare in casa e noi lo abbiamo percepito. Grazie a questo entusiasmo abbiamo centrato un obiettivo che dopo la sconfitta di Reggio Emilia in molti pensavano difficile da raggiungere». Perdipiù battendo una formazione che in casa ha vinto 13 partite su 16: «E' vero - continua Lulli -, la Premiata non ci ha regalato niente e c'è tutta la nostra determinazione nella vittoria ottenuta. Io ho dato il mio contributo e sono contento che la mia buona prestazione sia arrivata in un match così importante, però ho avuto attorno a me tutti i ragazzi che hanno saputo reagire alle difficoltà, concentrati fino all'ultimo secondo».
PAOLO MARINI
Insomma un finale strepitoso che ha avuto due meriti. Intanto ridare un senso a una stagione che rischiava di fare la storia, ma in negativo, del Teramo Basket. Eppoi gettare delle basi credibili per il futuro. Difficile ora non puntare sull'imprescindibile capitano Gianluca Lulli (a 35 anni e a un passo dal rinnovo con Teramo, nel prossimo contratto andrebbe prevista per lui anche la "pensione biancorossa"!), determinante come non mai contro Montegranaro. Su Giuseppe Poeta, beffarda scommessa diventata splendida realtà. Se poi il mercato e le richieste degli interessati permetteranno di tenere un paio di americani di quest'anno (in primis Grundy, che ha dimostrato di volerci stare in questo gruppo giocando fino alla fine con il ginocchio non al meglio, e Hurd, che ha un altro anno di contratto) e un paio di buoni atleti dalla panchina (si potrebbe dare una chance a Papanikolopoulos e testare la resa per un intero campionato di Miller), allora acquista più valore in prospettiva questo stupendo rush finale compiuto dalla Siviglia Wear. Ma vedremo nelle prossime settimane che accadrà. Ora facciamo parlare un protagonista vero di questo trionfale finale di campionato della Siviglia Wear, Gianluca Lulli: «Questi momenti sono bellissimi da vivere. Io sono stato fortunato perché di gioie con la maglia del Teramo ne ho condivise tante. Tornati in città dopo la partita con Montegranaro e vedere la gente che ci aspettava sotto la sede per festeggiare è stato fantastico. Per me poi, che ho vissuto in prima persona tutte le grandi conquiste della storia recente del basket cittadino, trovare ogni anno nuova carica dalla gente di Teramo è meraviglioso. Gente così si merita di restare in Serie A per cent'anni, così come la società che ha fatto di tutto per metterci nella condizione di crederci fino in fondo». Fino alla fine, contro Montegranaro: «Non so quante persone sono venute al PalaSavelli a tifare per noi - conferma il capitano biancorosso - ma si sentivano eccome. E' stato un po' come giocare in casa e noi lo abbiamo percepito. Grazie a questo entusiasmo abbiamo centrato un obiettivo che dopo la sconfitta di Reggio Emilia in molti pensavano difficile da raggiungere». Perdipiù battendo una formazione che in casa ha vinto 13 partite su 16: «E' vero - continua Lulli -, la Premiata non ci ha regalato niente e c'è tutta la nostra determinazione nella vittoria ottenuta. Io ho dato il mio contributo e sono contento che la mia buona prestazione sia arrivata in un match così importante, però ho avuto attorno a me tutti i ragazzi che hanno saputo reagire alle difficoltà, concentrati fino all'ultimo secondo».
PAOLO MARINI
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