News16/04/2006 08:52

Moretti non ci sta: una partita soft

«L’assenza di Stewart uno svantaggio: ci siamo rilassati»


La sala stampa non è lontana dallo spogliatoio amaranto. Il silenzio in attesa che arrivino gli allenatori è rotto da molti urlacci, porte sbattute, insomma le classica elettricità che si accumula quando perdi una partita non avendo sparato al meglio le tue cartucce. Niente di grave, già durante l’anno ci sono state discussioni, alcuni caratteri sono “fumantini” e certi chiarimenti a caldo fra i giocatori possono anche essere un po’ concitati.
Paolo Moretti arriva qualche minuto dopo il collega Pino Sacripanti con la faccia sudata, gli occhi stanchi. «Abbiamo fatto una partita molto soft - attacca l’analisi del coach amaranto - forse alleggeriti d’animo dal fatto che Cantù non aveva Kebu Stewart. Già l’inizio non è stato il massimo dell’applicazione, ma soprattutto dopo l’intervallo lungo abbiamo permesso ai nostri avversari di tirare con medie elevate: 79% da due, 48% da tre. Proprio noi che siamo una delle migliori difese come percentuali concesse. In questo modo la Vertical Vision ha preso fiducia, potendo fare dei tiri a cuor leggero anche dal perimetro, bucando la nostra retina con estrema semplicità. Il discorso vale per i lunghi, che hanno avuto canestri semplici, ma anche gli esterni canturini troppe volte sono riusciti ad arrivare fino in fondo. Tutti sintomi di una bassissima attenzione».
Senza il miglior pivot del campionato la Vertical Vision ha giocato un po’ ruotando Michelori-Jurak-Gay, poi si è buttata verso il quintetto da corsa. «In effetti l’assetto di Cantù degli ultimi due quarti - sottolinea Moretti - ha ulteriormente aggravato questa situazione. Giocando con così tanti esterni loro hanno potuto allargare il campo, andando a nozze. Peccato perché sul piano offensivo la nostra partita era stata buona, e non possiamo neanche aggrapparci al problema dei falli. I 100 punti di Cantù chiamano in causa la nostra scarsa lucidità e anche la poca reattività della difesa».
Claudio Crippa passeggia nervosamente nel lungo tunnel che divide spogliatoi e parquet. «Non riusciamo mai a chiudere le partite - dice il gm - è questo il difetto più grande. Il colpo di Avellino nel derby con Napoli rimontando da -15? Lo sapevo, dobbiamo giocare, la strada per salvarsi sarà ancora lunga. Senza tabelle, senza previsioni, ma pensando a lottare ognuna delle sei partite che ci restano da giocare».
Pino Sacripanti, il tecnico della Vertical Vision, tira un sospiro di sollievo. «Una vittoria importantissima, voluta e strappata coi denti. Senza Stewart, con Barrett limitato dal dolore a una spalla, anche se poi partendo dalla panchina è stato decisivo. Loro ci hanno messo in difficoltà sui pick and roll, visto che non volevamo spendere troppi falli, poi però strada facendo siamo riusciti a limitarli piuttosto bene. Intanto passiamo una Pasqua serena, poi giovedì prossimo andremo nell’inferno di Roseto. Avellino ha vinto? Ha un calendario più facile delle altre, ora potrebbe mettersi a viaggiare. Non siamo sulla soglia di retrocedere, però 20 punti non basteranno».
re.mar.

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