News16/06/2005 15:32
Pesaro: C’è uno strano fenomeno...
C’è uno strano fenomeno fisico nel cielo del basket pesarese; una singolare anomalia astronomica che sta calamitando l’interesse di frotte di scienziati e curiosi armati di cannocchiali e telescopi. E’ una eclisse di sole un po’ sui generis: in pratica, la luce della Scavolini (che è il principale astro della passione cestistica locale) appare in questo momento completamente oscurata, e la cosa non è per niente un bel vedere, anzi mette addosso un certo sgomento che sconfina nella paura vera e propria... Però in compenso, intorno all’inquietante “buco nero”, si vede benissimo anche ad occhio nudo un alone fiammeggiante composto da alcuni “satelliti” che emanano luce propria, e che risaltano ancora di più proprio a causa dell’eclisse solare. Già due di questi “corpi celesti” erano stati identificati qualche tempo fa: si tratta dei “pesaresi” Simone Flamini e Marquinhos De Souza, che hanno tenuto in qualche modo alta la bandiera della Vuelle nella finale di Legadue tra Virtus Bologna e Montegranaro (e potremmo aggiungervi l’ex biancorosso Paolo Calbini ed anche naturalmente coach Stefano Pillastrini, di cui guarda caso – dopo l’impresa di essere arrivato così in alto con la Sutor – si è tornato a parlare anche in chiave Scavolini). Flamini, dopo aver centrato la promozione, ha deciso di andare sotto i ferri per risolvere i suoi guai fisici: si opera oggi e difficilmente sarà subito pronto per la prossima stagione, che si presume disputerà a Pesaro salvo scelte diverse da parte di una società ancora in stand-by. Poi c’è Tomas Ress che ha molto “brillato” in Nazionale e gli altri azzurri Matteo Malaventura e Daniele Cinciarini, che sarà riserva a casa ai Giochi del Mediterraneo. I tre dovrebbero essere altrettanti punti di forza nella nuova Scavolini. La cui rosa comprenderà probabilmente anche il “minorenne” Giovanni Tomassini, grande protagonista alle Finali Juniores e dunque un piccolo grande astro che emette luce nei paraggi dell’eclisse...
Ed eccoci ad altri due “corpi” che è impossibile non notare anche senza telescopio, legati a Pesaro sia pure in modo diverso ed entrambi protagonisti della finale scudetto: parliamo di Sasha Djordjevic, che se n’è andato sbattendo la porta a stagione in corso (una vera spina nel fianco dei tifosi Scavolini che seguono la sfida tricolore tra Milano e Bologna) e di Rodolfo Rombaldoni, che è un’altra spina nel fianco perché è pesarese (di Urbania) ed è diventato grande sia in nazionale che nella “nemica” Fortitudo senza essere stato mai non diciamo profeta in patria, ma nemmeno giocatore Vuelle. Undici punti per il blitz del Dj in gara-2, stessi punti per l’esplosione di “Romba” in gara-3. Il proseguio lo vedremo stasera, senza dimenticare il vecchio ex Joseph Blair, e nemmeno quel Mario Gigena che, stando in campo 24 minuti di media in una finale scudetto, ricorda ai pesaresi troppo da vicino l’assurdo ostracismo subito quest’anno dal fratello Silvio, capitano (sic) della Scavolini.
Giancarlo Iacchini
Ed eccoci ad altri due “corpi” che è impossibile non notare anche senza telescopio, legati a Pesaro sia pure in modo diverso ed entrambi protagonisti della finale scudetto: parliamo di Sasha Djordjevic, che se n’è andato sbattendo la porta a stagione in corso (una vera spina nel fianco dei tifosi Scavolini che seguono la sfida tricolore tra Milano e Bologna) e di Rodolfo Rombaldoni, che è un’altra spina nel fianco perché è pesarese (di Urbania) ed è diventato grande sia in nazionale che nella “nemica” Fortitudo senza essere stato mai non diciamo profeta in patria, ma nemmeno giocatore Vuelle. Undici punti per il blitz del Dj in gara-2, stessi punti per l’esplosione di “Romba” in gara-3. Il proseguio lo vedremo stasera, senza dimenticare il vecchio ex Joseph Blair, e nemmeno quel Mario Gigena che, stando in campo 24 minuti di media in una finale scudetto, ricorda ai pesaresi troppo da vicino l’assurdo ostracismo subito quest’anno dal fratello Silvio, capitano (sic) della Scavolini.
Giancarlo Iacchini
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