News09/01/2004 11:29
Biella-Pssaro: Matteo contro Matteo
La sfida tra due grandi amici: Soragna e Malaventura
Meglio capitano umile e coraggioso di una squadra operaia oppure cambio di lusso di una corazzata da scudetto? E' il dilemma che unisce due amici. Amici veri, ma schivi. Quella timidezza che nasce dalla stima dell'altra persona e fa evitare di parlarne pubblicamente. Matteo entrambi, sarà anche il nome, chissà. Malaventura, come l'anno passato, aspetterà i vecchi compagni fuori dal tunnel del Bpa Palas. Un buffetto sulla guancia a ognuno dei "vecchi". Di quelli che fecero l'impresa nel famoso campionato di A2 dei record. E poi si fermerà a parlare con Soragna: uno scambio breve, senza dare nell'occhio. Loro preferiscono così. E poi giù a sudare sul parquet: lì sopra non si fanno sconti a nessuno. Matteo e Matteo sono due amici veri. Uno non parla dell'altro, ma nelle occasioni che contano non mancano mai. Soragna, quest'estate, lasciò il ritiro della Nazionale per andare al matrimonio di Malaventuta: non se lo sarebbe perso per nulla al mondo. La Svezia, il bronzo, la favola con le telecamere e i sorrisi patinati in copertina sarebbero arrivati dopo. Erano il numero 7 e il numero 8 in maglia Fila: l'anima italiana di quel gruppo magnifico. Così vicini eppure così diversi. Uno (Malaventura) nato e cresciuto in terra di basket, a Pesaro. Dopo tutte le giovanili nelle Marche e le esperienze nelle Nazionali giovanili, ecco i due anni biellesi, utili per diventare grande. Ma il cuore è lì, sull'Adriatico. E non appena "mamma Scavo" chiama, lui torna alla corte di patron Walter, che adesso ha ceduto ad Amadio. L'altro (Soragna) nato dove i canestri li intrecciano, al massimo, più che centrarli. Mantova: terra di vini e contadini. E per esordire in serie ha dovuto viaggiare fino in Toscana, Pistoia, e attendere i 21 anni. Poi il viaggio verso Sud, un anno a Messina, pardon Barcellona Pozzo di Gotto, che gli è rimasta nel cuore per il clima. Prima del volo e della trasformazione biellese, voluto fortemente da Marco Crespi, forgiato mentalmente da Alessandro Ramagli. Nemmeno una domanda "diretta", nell'intervista pubblicata sul sito ufficiale della Lauretana, lo ha convinto a parlare dell'amico: «Loro sono una grande squadra, costruita per vincere» si è limitato a dire. Poco più loquace il Matteo di Pesaro, intervistato dal "Corriere Adriatico": «Soragna? Vedo che sta giocando bene e la cosa mi fa molto piacere». Domenica, mezz'ora prima della partita non ci sarà bisogno di dirsi niente. Dopo la doccia, però, nessuno si è preso impegni. Un amico val bene una cena.
ROBERTO BONIZZI
ROBERTO BONIZZI
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