News17/11/2003 11:01
Cantù: la parola ai due playmaker
A raccontarci la prestazione domenicale della Oregon sono i due playmaker canturini, l’americano Tyson “Thunder” Wheeler e lo svedese Mats Levin.
Tyson, una gara che siete riusciti a vincere solamente nel finale dopo un terzo quarto dalla doppia faccia.
“Stiamo imparando già da tempo che in questo campionato l’equilibrio è tale che non puoi permetterti di sottovalutare nessuno, di calare l’intensità contro nessuna squadra, neppure quando a qualche formazione mancano dei giocatori”.
Una gara che vi siete complicati da soli, non credi?
“Si, questo è vero perché avremmo potuto chiuderla nel terzo quarto ma è mancato qualcosa”.
Cosa è mancato principalmente?
“Credo la concentrazione in modo particolare. E’ sempre la stessa storia, in molte partite siamo stati avanti di 12-15 punti e poi non siamo stati capaci di chiudere la partita. Dobbiamo imparare a fare meglio questo perché quando accadrà contro squadre di alto livello non sarà così facile vincere”.
Cosa ti è piaciuto di più della vostra partita?
“La difesa aggressiva che siamo riusciti a fare in alcuni momenti dell’incontro”.
Passiamo poi al playmaker svedese Mats Levin.
Mats, grande fatica ma alla fine obiettivo raggiunto.
“Si, si entra in campo sempre per vincere ma dobbiamo fare i conti con gli avversari ogni volta. Loro erano molto motivati questa sera”.
Soprattutto nella prima parte della gara avete fatto una difesa a tutto campo. Era qualcosa di studiato o avete improvvisato?
“Si è trattato di circostanze particolari. Sapevamo che loro avevano Thomas come ottimo tiratore e che Sims era pericoloso. Mettendogli pressione lasciavamo loro poco tempo per ragionare mettendogli fretta nelle conclusioni. Devo dire che molte volte ha funzionato”.
A che punto è questa Oregon?
“Per ora non siamo ancora una squadra. Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo, dico almeno un mese perché dobbiamo affinare la nostra confidenza”.
Tyson, una gara che siete riusciti a vincere solamente nel finale dopo un terzo quarto dalla doppia faccia.
“Stiamo imparando già da tempo che in questo campionato l’equilibrio è tale che non puoi permetterti di sottovalutare nessuno, di calare l’intensità contro nessuna squadra, neppure quando a qualche formazione mancano dei giocatori”.
Una gara che vi siete complicati da soli, non credi?
“Si, questo è vero perché avremmo potuto chiuderla nel terzo quarto ma è mancato qualcosa”.
Cosa è mancato principalmente?
“Credo la concentrazione in modo particolare. E’ sempre la stessa storia, in molte partite siamo stati avanti di 12-15 punti e poi non siamo stati capaci di chiudere la partita. Dobbiamo imparare a fare meglio questo perché quando accadrà contro squadre di alto livello non sarà così facile vincere”.
Cosa ti è piaciuto di più della vostra partita?
“La difesa aggressiva che siamo riusciti a fare in alcuni momenti dell’incontro”.
Passiamo poi al playmaker svedese Mats Levin.
Mats, grande fatica ma alla fine obiettivo raggiunto.
“Si, si entra in campo sempre per vincere ma dobbiamo fare i conti con gli avversari ogni volta. Loro erano molto motivati questa sera”.
Soprattutto nella prima parte della gara avete fatto una difesa a tutto campo. Era qualcosa di studiato o avete improvvisato?
“Si è trattato di circostanze particolari. Sapevamo che loro avevano Thomas come ottimo tiratore e che Sims era pericoloso. Mettendogli pressione lasciavamo loro poco tempo per ragionare mettendogli fretta nelle conclusioni. Devo dire che molte volte ha funzionato”.
A che punto è questa Oregon?
“Per ora non siamo ancora una squadra. Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo, dico almeno un mese perché dobbiamo affinare la nostra confidenza”.
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