News15/11/2003 09:38
Semplicemente Larry Bird
Sarà a Bologna a vedere il big match
DOMANI al PalaDozza non ci sarà solo Skipper -Benetton (né, fuori dall´arena, dalle 16 in poi, i ?maroni´ e il vino novello della Fossa dei Leoni). L´attenzione si sposterà anche sul parterre, dove siederà Larry Bird, indimenticato monumento del basket mondiale, ritiratosi nel 1992 dopo 13 stagioni Nba, tre anelli da campione, 21791 punti (media 24.2, un massimo di 60 contro Atlanta), l´oro a Barcellona ?92, e tanto altro ancora, per cui non basterebbe l´intera pagina. Era «The Hick from French Lick», il contadino da French Lick, il piccolo centro dell´Indiana del sud in cui nacque 47 anni fa: senza mai smettere i panni dell´umiltà, è diventato il miglior giocatore bianco mai visto nella Nba. Il nickname s´è tramutato in «Legend», la sua carriera strepitosa è immortalata in una splendida videocassetta, «A basketball Legend», che vale molto di più dei 5 dollari a cui si trova su Ebay.
Nel nostro piccolo, e nel nostro indefesso ciacolare che l´altro ieri aveva fatto apparire Pozzecco a Roseto («non merita neanche una smentita», Poz dixit), Bird sarà l´uomo di basket più grande mai entrato al PalaDozza: Magic Johnson, che fu il suo rivale d´eguale statura nell´epopea Celtics-Lakers, giocò a Casalecchio, pure ospite della Fortitudo, e si spese in varie iniziative benefiche in città, parlando anche agli studenti in Santa Lucia.
Dopo la vita da giocatore, s´è aperta per lui quella di allenatore: Indiana, of course, portando i Pacers dal 39-43 del ?97 al 58-24 del ?98 (Allenatore dell´anno) fino alla memorabile finale 2000, persa 4-2 con Los Angeles. Già, i Lakers, i rivali di sempre. Quelli che avevano Magic Johnson, tre volte avversario in finale (due perse dai Celtics): intorno a loro due, la Nba divenne negli anni ´80 un fenomeno mediatico planetario. Una rivalità, quella col 32 gialloviola, iniziata ai tempi del college: Bird ad Indiana State, Johnson a Michigan State. Rivali pure in una finale universitaria: era il ?79, vinse Magic.
E s´arriva ad oggi. Non più allenatore, Bird è tornato quest´estate nell´organigramma dei Pacers: «president of basketball operations», in pratica general manager. Verrà a Bologna col taccuino: come agli Europei in Svezia, cercherà qui i Pacers del futuro. Accompagnato dal padre di Erazem Lorbek, Radovan, che per Indiana fa lo scout internazionale, Larry Legend punterà gli occhi sui vari Belinelli, Mancinelli e lo stesso Lorbek, oltre ai trevigiani Markoishvili, Slokar e Bargnani. Non sarà solo, domani, come scout Nba. Nessun dubbio che sarà il più grande.
MARCO MARTELLI
Nel nostro piccolo, e nel nostro indefesso ciacolare che l´altro ieri aveva fatto apparire Pozzecco a Roseto («non merita neanche una smentita», Poz dixit), Bird sarà l´uomo di basket più grande mai entrato al PalaDozza: Magic Johnson, che fu il suo rivale d´eguale statura nell´epopea Celtics-Lakers, giocò a Casalecchio, pure ospite della Fortitudo, e si spese in varie iniziative benefiche in città, parlando anche agli studenti in Santa Lucia.
Dopo la vita da giocatore, s´è aperta per lui quella di allenatore: Indiana, of course, portando i Pacers dal 39-43 del ?97 al 58-24 del ?98 (Allenatore dell´anno) fino alla memorabile finale 2000, persa 4-2 con Los Angeles. Già, i Lakers, i rivali di sempre. Quelli che avevano Magic Johnson, tre volte avversario in finale (due perse dai Celtics): intorno a loro due, la Nba divenne negli anni ´80 un fenomeno mediatico planetario. Una rivalità, quella col 32 gialloviola, iniziata ai tempi del college: Bird ad Indiana State, Johnson a Michigan State. Rivali pure in una finale universitaria: era il ?79, vinse Magic.
E s´arriva ad oggi. Non più allenatore, Bird è tornato quest´estate nell´organigramma dei Pacers: «president of basketball operations», in pratica general manager. Verrà a Bologna col taccuino: come agli Europei in Svezia, cercherà qui i Pacers del futuro. Accompagnato dal padre di Erazem Lorbek, Radovan, che per Indiana fa lo scout internazionale, Larry Legend punterà gli occhi sui vari Belinelli, Mancinelli e lo stesso Lorbek, oltre ai trevigiani Markoishvili, Slokar e Bargnani. Non sarà solo, domani, come scout Nba. Nessun dubbio che sarà il più grande.
MARCO MARTELLI
Fonte:
La Repubblicashare