News03/11/2003 07:59
Pesaro brutta e 'sfilacciata' ma vincente
In attesa di vedere «L'Isola del tesoro», questa Scavolini passa invece il programma... cult di questi tempi: «L'isola dei famosi». Di quelli che quando arrivi alla fine, uno sente lo stamaco, un po' così, sottosopra. Sentimento condiviso, tanto che al termine dei primi venti di gara a Gianfranco Amadio (il braccio operativo del fratello presidente), gli scappa la frase: «Forse martedì dovremo chiamare tutti per un colloquio perché qui le cose non vanno bene». Pronta risposta ad un segnale chiaro di difficoltà che si alzava dal campo. Non contro i Lakers, ma contro un Teramo che costa poco più di un paio di giocatori della formazione biancorossa. Squadra per lunghi tratti sfilacciata Pesaro, tutta tesa a risolvere le situazioni attraverso spunti personali, prima con Ford e poi, nella ripresa, con Elliott. Il resto un po' così a guardare con il Eley che ancora una volta pianta capricci tali da costringere Melillo a metterlo in panchina fino alla fine, per far largo a Frosini. Teramo appesa tutta a Carter e poi a Boni. Squadra proletaria, ma che dà l'impressione di avere un'anima anche se nell'ultimo quarto arriva «lessa» e perde il filo conduttore del combattimento mandando avanti la Scavolini di 7 punti. Quando si risveglia e troppo tardi anche perché Boni è tenuto 'stretto' da Milic (forse il migliore) nel duello duro del finale di gara. Ma ad imprimere la svolta all'incontro è stato forse Frosini, partito anche lui deconcentrato e con un bel pacco di errori, ma che alla fine mette dentro canestri importanti. Dando il primo vero slancio alla Scavolini, il colpo di reni che mette al riparo la formazione di Melillo da un principio d'influenza. Anche perché qualche starnuto Pesaro lo aveva fatto giovedì perdendo in casa contro Napoli, in una partita... d'allenamento. Teramo ha giocato la sua onesta partita, gara più attaccata a Carter, giocatore pieno di grinta, che ad un Boni che passa larga parte della partita a confrontarsi con il solisto del piano di fronte: Ford. Sicuramente sul piatto, al di là delle decisioni che prenderà la presidenza pesarese, un problema già c'è per Melillo: la questione Eley pivot che perde il controllo alla prima contrarietà, beccandosi subito un tecnico. Melillo per evitare guai lo ha tenuto in panchina per 27 minuti. Non male per un americano.
Maurizio Gennari
Maurizio Gennari
Fonte:
Il Resto del Carlinoshare